Anche l’istruzione riparte al rallenty nelle zone colpite dal terremoto nel Centro Italia. Nel cratere sismico tra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo un edificio scolastico su dieci risulta totalmente inagibile, mentre uno su quattro è parzialmente inagibile. Una situazione di stallo che ha visto gli studenti costretti ad adattarsi e a fare lezione in tende, negozi e parrocchie. E, quando necessario, alternarsi in doppi turni di lezione. Ma quest’ultimo è il danno minore in una situazione che resta di totale emergenza come confermato anche dal commissario alla ricostruzione Vasco Errani.
Verifiche di agibilità, come illustrato dall’associazione Save the Children, sono state condotte su 990 edifici scolastici. Il 26% è risultato parzialmente inagibile di cui 123 nelle Marche, 58 in Umbria, 41 in Abruzzo e 35 Lazio. Sono 62, invece, quelli fuori uso (pari al 6%); la maggior parte nelle Marche, ben 44, 8 in Abruzzo, 6 in Umbria e 4 nel Lazio. Finora sono soltanto dieci i moduli scolastici prefabbricati costruiti, a frequentarli ci sono circa 1.000 studenti. Tra questi anche la scuola provvisoria realizzata a Corridonia (Macerata) da Save the Children con il contributo di Bulgari. “Nelle zone colpite dal sisma va contrastato con programmi mirati il vero e proprio deserto educativo che si è creato per i bambini e gli adolescenti”, ha sottolineato Raffaella Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, “i quali in molti casi, oltre alla scuola, hanno perso gli spazi abituali di incontro con i coetanei, la possibilità di praticare attività sportive, la musica e ogni altra occasione di sviluppo dei loro talenti”.