La sparatoria che si è consumata a Zubin Potok, località situata a nord di Pristina, ha fatto schizzare alle stelle le tensioni tra il Kosovo e la Serbia mentre le dinamiche in cui si è sviluppato l’episodio restano ancora tutte da chiarire. Intanto, Belgrado ha messo l’esercito in stato di massima allerta e radunato le truppe in prossimità del confine.
Tensioni Kosovo-Serbia dopo la sparatoria a Nord
Le forze armate della Serbia, reindirizzate in massa al confine con il Kosovo, sono in stato di massima allerta. A riferirlo è stato il capo di stato maggiore dell’esercito serbo Milan Mojsilovic. La decisione è scaturita a seguito delle sempre più forti tensioni tra Belgrado e Pristina.
Sull’inasprirsi dei rapporti con la Nazione kosovara dopo la sparatoria a Zubin Potok, è intervenuto il presidente serbo Aleksandar Vucic che, in qualità di capo supremo delle Forze armate, ha indetto lo stato di massima allerta per l’esercito e le forze di polizia di Belgrado. Si teme, infatti, che la polizia e le forze di sicurezza di Pristina possano rimuovere i blocchi stradali e le barricate che i serbi residenti nel Kosovo settentrionale hanno allestito da ormai 17 giorni. Nonostante lo stato di massima allerta delle truppe, tuttavia, il presidente Vucic ha precisato che “Belgrado è sempre impegnata a risolvere tutti i problemi con il dialogo e a mantenere la pace nella regione”.
Le truppe di Belgrado sono in stato di massima allerta
I due Paesi sono in contrasto da tempo. Nel 2008, il Kosovo ha dichiarato la sua indipendenza dalla Serbia ma quest’ultima si rifiuta di riconoscere il Paese balcanico come Stato a sé stante in quanto entro i suoi confini vi risiedono 120 mila serbi.
I blocchi stradali a nord del Kosovo, area del Paese a maggiora serba, sono stati allestiti lo scorso 10 dicembre in segno di protesta dopo l’arresto di un ex ufficiale di polizia. In questo modo, il traffico verso i due valichi di frontiera risulta totalmente paralizzato.