Un flusso di vento solare si sta dirigendo verso la Terra che verrà colpita, tra il 19 e il 20 gennaio, da una tempesta geomagnetica. Il fenomeno, di debole intensità secondo gli effetti, causerà problemi ai satelliti e fluttuazioni nelle reti elettriche.
Flusso di vento solare diretto verso la Terra: una tempesta geomagnetica colpirà il Pianeta tra il 19 e il 20 gennaio
Una tempesta geomagnetica è in arrivo sulla Terra tra la giornata di giovedì 19 e quella di venerdì 20 gennaio. La tempesta sarà causata dalla massiccia espulsione di massa coronale (CME) dal Sole che, di conseguenza, ha indirizzato verso il Pianeta un flusso di particelle cariche elettricamente.
Stando a quanto rivelato dagli esperti, il vento solare non dovrebbe puntare in modo diretto sulla Terra. Il globo, quindi, sarà solo parzialmente colpito dalla scia di plasma e la tempesta geomagnetica sarà di classe debole. Ciononostante, non sarà priva di potenziali conseguenze.
Le prime rilevazioni che hanno indicato il fenomeno risalgono a domenica 15 gennaio quando gli osservatori solari hanno registrato due CME a causa di brillamenti di Classe M, una condizione piuttosto abituale nella fase attuale del ciclo del Sole. Da alcuni mesi, infatti, la stella sta manifestando una sostenuta attività magnetica che sta aumentando con l’avvicinarsi al picco massimo che caratterizza il suo ciclo di 11 anni. In particolare, il picco è atteso per l’estate del 2025.
Nella fase attuale, il Sole si connota per la presenza di numerose macchie solari e CME che producono flussi di plasma nello spazio. Se questi flussi si dirigono verso la Terra, danno origine a tempeste geomagnetiche che, a seconda dei casi, possono rivelarsi più o meno significative.
Aurore, problemi ai satelliti e fluttuazioni nelle reti elettrice
In relazione a quanto spiegato dal portale scientifico specializzato spaceweather.com, l’espulsione di massa coronale proviene dalla regione in cui si trova la macchia solare AR3182, che ha prodotto i brillamenti di classe M.
Secondo gli esperti, i primi effetti della tempesta geomagnetica dovrebbero essere avvertiti già nella giornata di mercoledì 18 gennaio anche se si stima un vento di Classe G1 ossia il più debole tra quelli previsti su una scala di cinque (da G1 a G5). La tempesta non causerà grandi problemi a eccezione di qualche disturbo sulle linee elettriche e al funzionamento dei satelliti. Potrebbero verificarsi, inoltre, alterazioni nel comportamento migratorio degli animali.
Il fenomeno più eclatante legato alle tempeste di Classe G1 è la comparsa di aurore polari a basse latitudini. Nei prossimi giorni, quindi, l’aurora boreale potrebbe essere osservata in città dell’emisfero settentrionale come Seattle o Chicago negli Stati Uniti oppure in Danimarca e nell’Inghilterra settentrionale. In Australia e Nuova Zelanda, invece, potrebbe essere avvistata l’aurora australe.
Contrariamente alla tempesta di Classe G1, nel caso in cui si verificasse una tempesta geomagnetica di Classe G5, si tratterebbe di un evento catastrofico che interromperebbe le comunicazioni e le navigazioni satellitari, internet, linee elettriche e infrastrutture energetiche.