Una volta guardavo il Tg3 perché, tra i vari Tg menzogneri, mi sembrava il meno fazioso. Ma da quando c’è il governo Meloni ho smesso di seguirlo. È inguardabile.
Mario Roselli
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Gentile lettore, dall’Alpi alle Piramidi c’è stata una folla di gente che ha usato il telecomando per scartare Tg3 e Rai3. I giornalisti della testata in un comunicato denunciano “l’appiattimento su un’unica visione del mondo con pezzi di realtà che non vengono raccontati” e si dicono “allarmati” dalla situazione di Rai3 per via di “scelte aziendali che hanno privato la rete di volti storici e regalato audience alla concorrenza”, mentre i nuovi programmi “fanno risultati decisamente sotto le aspettative”. L’esempio più forte è Avanti Popolo, oggi chiuso, che prese il posto di Cartabianca di Berlinguer e fece ridere l’Italia. La conduttrice, l’intellettuale (si fa per dire) di destra Nunzia De Girolamo, ex ministra di FI, nella prima puntata non trovò di meglio che intervistare suo marito Francesco Boccia, ex ministro Pd. Audience 3%. Ma la signora sapeva far di meglio e infatti alla lieve spesa di 6,4 milioni per la stagione guidò lo show ad ascolti medi del 2% con punte all’1%. Non è facile, sa? Se prende un vecchio documentario sulle zebre africane, che costa quanto un caffè, e lo colloca al posto della De Girolamo, rischia ascolti di gran lunga superiori. Ma la nouvelle vague di intellettuali meloniani alla conquista dell’egemonia subculturale ha fatto ridere anche nelle altre reti Rai: si vedano Liberi tutti, il Mercante in fiera, ecc., oggi tutti chiusi per mancanza di ascolti. Colpa dei comunisti, ci può giurare.
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