La destra in Francia perde le elezioni e RaiNews24 che fa? Dedica l’apertura del tg al Festival Città Identitarie. Tele Meloni al suo peggio.
Aida Bernini
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Gentile lettrice, precisiamo che le storture di questa Rai vanno imputate alla dirigenza e non ai redattori, che infatti si ribellano e ai quali va tutta la solidarietà mia e del giornale. Però diciamo la verità: la Rai non è mai stata imparziale. Non lo era alle origini, quando si chiamava Eiar ed era la voce radiofonica del regime fascista, e non lo è stata in seguito. Abbiamo avuto Tele Fanfani, Tele De Mita, perfino Tele Moro-Berlinguer, quando in tv non era consentito dire che gli attentati fossero rivendicati “dalle Brigate Rosse”: bisognava dire “dalle sedicenti Brigate Rosse”, laddove l’aggettivo (obbligatorio in tutte le edizioni) sottintendeva che fosse opera di terroristi di destra mascherati da sinistra. Per una lunga stagione la Rai fu detta anche Tele Agnes, dal nome del suo direttore generale Biagio Agnes, uomo di scuderia Dc a cui vanno riconosciuti anche meriti non indifferenti. Una delle espressioni più pregevoli della Rai fu Tele Kabul: così era chiamato il Tg3 diretto da Sandro Curzi, comunista dalla testa ai piedi, fumatore di pipa come Pertini e genio del giornalismo. Lei dirà: quindi tutto normale? No, c’è una differenza enorme con Tele Meloni: una volta la Rai era lottizzata, cioè spartita in tanti lotti, sistema che a modo suo assicurava una pluralità di vedute. Oggi non più: Tele Meloni è una tv di regime integralmente asservita a un potere unico. È questo che fa la differenza. Si stava meglio quando si stava peggio.
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