di Stefano Sansonetti
Con l’appuntamento elettorale alle porte fioccano i report di istituzioni e banche estere sulle prospettive dell’Italia. Lungi dal rappresentare analisi scientifiche, questi documenti fanno più che altro notizia per gli autori. E per il messaggio di base che veicolano, con una certa voglia di mettere Roma alle strette. In questi giorni, per dire, sta circolando un’analisi del colosso finanziario tedesco Allianz, redatto con la collaborazione della controllata Euler Hermes, una società di assicurazione dei crediti che ricorda un po’ la nostra Sace. I toni sono critici, soprattutto sulla possibilità che dalle imminenti elezioni esca un Governo stabile per l’Italia. Come se in Germania, a più di tre mesi dalle urne, non ci fosse ancora una situazione di stallo. Ma si sa, Berlino è tutta un’altra cosa. E con noi i tedeschi non sono mai teneri. Sta di fatto che nel dossier Allianz si prende in considerazione uno “scenario di base”, definito il più probabile. Il tutto accompagnato da un un’espressione che, verosimilmente, non farà molto piacere al Pd. “Ci aspettiamo”, scrivono gli analisti del colosso tedesco, “che il centro-destra guidato da Forza Italia e Silvio Berlusconi formi un Governo di grande coalizione con il Pd di Matteo Renzi, ridotto a junior partner”.
Proprio così: il partito per ora guidato dall’ex presidente del consiglio viene in qualche modo ripescato dall’analisi, ma con un ruolo quasi ancillare, da “junior partner”. L’espressione fa capire che Allianz si aspetta un Pd lontano anni luce dal 40% delle ultime Europee, semmai pericolosamente vicino al 20%. Il dossier sembra trascurare eventuali rese dei conti nei Dem, che in caso di risultato vicino al suddetto 20% potrebbero portare a una defenestrazione di Renzi. Inoltre Allianz, non si sa quanto consapevolmente, sembra trascurare che difficilmente la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni farebbero i salti di gioia di fronte a un’ammucchiata tra centro-destra e Pd. Questa “grande coalizione”, che secondo Allianz varrebbe circa il 60%, non sarebbe comunque una garanzia di stabilità di Governo. E si capisce. Allora ecco spuntare l’ipotesi di una grande coalizione un po’ meno grande, con Pd e Forza Italia, che Allianz proietta al di sopra del 40%, ma anche qui senza garanzie di stabilità. In questi scenari di base lo spread Btp-Bund, oggi intorno ai 150 punti, salirebbe fino ai 200.
Poi c’è uno scenario definito “rialzista”, ma irrealistico, con una stabile maggioranza raggiunta da un’alleanza (che a questo punto non potrebbe che essere il centro-destra) o da una grande coalizione “con un chiaro mandato riformatore”. Qui lo spread potrebbe addirittura scendere dagli attuali 150 ai 110 punti base. Il terzo scenario è quello in cui le forze politiche non si accordano: lo spread volerebbe a 300. Comunque la si metta per l’Italia scatta il solito caveat: “Germania e Francia potrebbero smettere di supportare un Paese che sembra strutturalmente incapace di riformarsi per rimanere competitivo”.
Twitter: @SSansonetti