Sarà un caso ma proprio negli stessi giorni in cui il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, apriva alla possibilità di realizzare il Tav Torino-Lione, Telt, la società che dovrebbe costruire il tunnel, partecipata per metà dallo Stato francese e per metà da quello italiano (tramite Ferrovie dello Stato), ha ripreso a pubblicare bandi su bandi. Lanciando un chiaro messaggio sulla direzione intrapresa sull’opera, che appare sempre più irreversibile. Il 2 luglio sul sito della società viene pubblicato il bando relativo alla “costruzione delle opere dei siti operativi” n. 3, n. 4 e n. 10. Parliamo, cioè, proprio dello “scavo della galleria di base del cantiere navale di Chiomonte, direzione Susa” e dello scavo “direzione Francia”. E, infine, per quanto riguarda l’opera n. 10, si intende la “valorizzazione dei terreni e delle rocce risultanti dall’intero cantiere”. Curioso che il via libera al bando sia arrivato proprio in questi giorni e ben prima che ci sia l’ok definitivo del Parlamento. Anche perché non parliamo di pochi spiccioli: i due lotti in cui è diviso il bando e che verranno assegnati a metà settembre prevedono in palio oltre un miliardo di euro (808 milioni il primo lotto, 216 il secondo). Ma anche in questo caso non c’è da sorprendersi: accanto all’appalto-monstre ne spuntano altri ugualmente curiosi. Dal corso di lingua francese per il personale Telt in Italia, fino – altro particolare interessante – al bando per garantire polizza assicurativa ai dirigenti di Telt in caso di responsabilità civile, per un importo a base d’asta di 140mila euro. Visto il clima che si respira, non si sa mai.
22/11/2024
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