Mentre in Italia la commissione del ministero delle Infrastrutture ha concluso i suoi lavori sull’analisi costi-benefici del Tav Torino-Lione decretando l’assoluta illogicità dell’opera; mentre il fronte delle madamine e affini si preparano alla battaglia per un referendum quale ultimo scoglio prima di veder tramontare il “sogno Alta velocità”, la Telt, la società che dovrebbe costruire il tunnel, partecipata per metà dallo Stato francese e per metà da quello Italiano (tramite Ferrovie dello Stato), continua tranquillamente a indire bandi e a commissionare, a quanto pare, lavori.
Eppure era il 24 luglio quando il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, tuonava su Facebook: “Nessuno deve azzardarsi a firmare nulla” prima della fatidica analisi costi-benefici. Parole al vento. La Telt, infatti, ha continuato beatamente a fregarsene nel corso degli ultimi mesi. E così il 28 dicembre è stato pubblicato un ultimo bando di gara, avente ad oggetto i “servizi di coordinamento ambientale da parte italiana relativi alla costruzione delle strutture del futuro collegamento ferroviario Lione-Torino”.
Una mansione, dunque, squisitamente italiana per il “futuro collegamento” che, dunque, viene dato per assodato dalla società. L’importo a base d’asta non è secondario: tre milioni di euro. Nel dettaglio, il servizio è composto da due attività principali: “coordinamento delle attività di Progettazione ed Esecuzione del Monitoraggio Ambientale”, “coordinamento delle attività di Esecuzione del Monitoraggio Ambientale ed interfaccia fra Telt, Direzione Lavori (DL), Soggetto Esecutore ed Enti di Controllo preposti” e, ovviamente, “coordinamento della progressiva attivazione dei cantieri e della relativa attività di progettazione”.
A tutto questo seguirebbe una seconda fase di “verifica delle attività” con conseguente “gestione delle criticità in corso d’opera”. Ma ciò che stupisce più di ogni altra cosa è la durata della commissione. Stando alla documentazione ufficiale, infatti, si prevede che il servizio duri ben 144 mesi. In altre parole, 12 anni. Nella stessa documentazione, d’altronde, si riconosce che “la durata del presente accordo-quadro è condizionata dalle tempistiche di esecuzione dei cantieri operativi, stimata in 10 anni”. A cui sono stati aggiunti altri due anni appunto per la verifica successiva. Insomma, se l’opera si dovesse fare, l’alta velocità non sarà presente nella realizzazione della stessa.
Accanto al “coordinamento ambientale”, però, spuntano anche altri servizi richiesti dalla società. Attivi al momento risultano altre due gare. La prima scade proprio oggi e riguarda la “realizzazione di rassegna stampa”. In questo caso il fornitore sarà in particolare responsabile del monitoraggio della stampa scritta e di periodici e quotidiani web, generali e specializzati, delle principali agenzie di stampa (Ansa in Italia e AFP in Francia), tanto a livello nazionale quanto a livello locale. L’altro bando, invece, il “controllo finanziario per le strutture all’aperto della piana di Saint-Jean-de-Maurienne”.
In pratica dove dovrebbe sorgere una delle stazioni ferroviarie internazionali tra Torino e Lione. In questo caso, però, la documentazione risulta essere top-secret: accessibile soltanto alle imprese che desiderano partecipare alla gara. C’è da stupirsi? Probabilmente no. A settembre la musica era pressoché identica. Secondo quanto allora ricostruito da La Notizia, sul sito della Telt erano spuntati altri due appalti: uno per la fornitura di computer nuovi di zecca (anche in questo caso importo non pubblico) e un altro per stipulare convenzioni coi ristoranti, sia in territorio francese che in quello italiano: secondo quanto si leggeva nei documenti di gara, si prevedeva una spesa di 2,2 milioni in 12 mesi.