Un consiglio non richiesto quello di Luigi Di Maio a Matteo Salvini sul capitolo Tav. Alla vigilia del voto sulla mozione contro l’opera presentata al Senato dal Movimento cinque stelle, il ragionamento del capo politico dei 5 Stelle è chiaro: “Noi resteremo coerenti. Dicono che ci sarà una crisi di Governo, ma io penso, più che altro, che potrà esserci una crisi di Governo di qualche partito che si troverà a votare insieme a quelli che stavano sul ponte della nave Ong che ha speronato la guardia di finanza”.
Il riferimento, ovviamente, è al possibile voto favorevole in parlamento sia da parte della Lega che del Partito Democratico. Ma Di Maio si è spinto anche oltre. Intervistato da Rai Radio1 ha specificato che “la mozione è un atto di impegno che avvia un processo. Ci sono leggi che finanziano quell’opera che secondo me andrebbero definanziate, poi ci sono i trattati. La bozza di mozione impegna il Parlamento, perché solo il Parlamento può fermare quell’opera. Noi abbiamo il 35% dei senatori. Dall’altra parte abbiamo FI e Pd che dicono che voteranno per la Tav ma io ricordo che Renzi era contro la Torino-Lione. La Lega era contro la Tav, poi hanno cambiato idea”.
Chi, invece, si è dimostrato coerente è il senatore dem Tommaso Cerno che ha detto che voterà a favore della mozione M5S. “Ho appena accolto la firma del senatore del Pd, Tommaso Cerno, sulla nostra mozione per bloccare la realizzazione del Tav”, ha spiegato in una nota il capogruppo M5S Stefano Patuanelli. Che poi ha aggiunto: “Apprezziamo la coerenza dell’ex direttore dell’Espresso, contrario, tanto da giornalista quanto da politico, a un’opera obsoleta e antistorica che rappresenta uno spreco di miliardi di euro di soldi pubblici. Una posizione che il MoVimento 5 Stelle porta avanti da sempre, addirittura da prima di entrare in Parlamento”. E che ora potrebbe allargarsi anche ad altri “dissidenti” del Pd. Anche se avere i numeri per bloccare l’opera appare decisamente un’impresa titanica e fantascientifica.