Il governo Meloni ha bisogno di fare cassa in vista della manovra. Servono risorse per completare una legge di Bilancio che, stando alle ultime voci, dovrebbe essere modesta, per un investimento da circa 22 miliardi di euro. E per racimolare le ultime coperture l’esecutivo starebbe pensando anche a un intervento sulla tassa di successione.
L’idea della maggioranza è di aumentare l’imposta per gli eredi dal terzo grado in poi, secondo quanto anticipa la Repubblica. L’ultima idea del governo, quindi, potrebbe essere contenuta in un decreto che andrà in Consiglio dei ministri lunedì insieme alla manovra.
Nulla di certo, ancora. Ma l’ipotesi è di accompagnare alla legge di Bilancio questo provvedimento, oltre che il Documento programmatico di bilancio e un decreto per attuare la delega fiscale. Ma come funzionerebbe l’aumento della tassa di successione?
Tassa di successione più cara, come potrebbe cambiare e per chi
L’idea di una tassa di successione più cara sembra in contraddizione con le politiche storiche della destra italiana, sempre contraria a questa tassa. Tanto che proprio il governo Berlusconi, con Tremonti ministro dell’Economia, la cancellò. Per poi essere ripristinata da Prodi nel 2006.
Oggi la tassa ha una aliquota al 4% per i trasferimenti al coniuge e per i parenti in linea retta sopra un milione di euro. Si arriva all’8% per i beni devoluti a soggetti terzi e l’aliquota è del 6% se l’eredità viene lasciata a fratelli o sorelle ed è sopra i 100mila euro. Stessa aliquota per i trasferimenti verso altri parenti fino al quarto grado e degli affini fino al terzo.
Secondo le anticipazioni, sembra che il governo voglia intervenire proprio su questa ipotesi, che non dipende dal valore dei beni ereditati. In che modo, nello specifico, è ancora da capire, ma l’intenzione è di aumentare l’aliquota per incassare qualcosa in più: di quanto, e se realmente andrà così, è da vedere.