Di Andrea Senesi per Il Corriere della Sera
Nicole Minetti ha chiesto (e ottenuto) indietro 79.600 euro. Massimo Ponzoni, ex assessore della giunta Formigoni condannato di recente a dieci anni di carcere, quasi il doppio: 144.400 euro. Si parla di vitalizi, ancora una volta. O meglio dei contributi versati dagli ex consiglieri regionali in vista della «pensione» che scatterebbe al compimento del sessantesimo anno d’età. Agli eletti del Pirellone era però concesso un privilegio in più: la possibilità di ritirare, alla fine della legislatura, i contributi versati per il futuro vitalizio. Invece di aspettare la pensione, in pratica, farsi restituire quanto versato. Tutto a rigor di legge, sia chiaro. Pochi soldi (ma neppure tanto), maledetti e subito. E così hanno fatto moltissimi ex politici del Pirellone.
L’ex igienista dentale di Berlusconi, appunto, ma anche il «Trota» Renzo Bossi (55 mila euro). Due simboli della nona legislatura, l’ultima della monarchia Formigoni, quella degli scandali e delle inchieste. E tra queste come non ricordare quella che portò in carcere Domenico Zambetti, l’ex assessore alla Casa accusato di aver ricevuto voti dalla ‘ndrangheta? Anche lui ha bussato alle casse del Pirellone per chiedere la restituzione dei suoi contributi: 75.380 euro. Non che tra i politici del centrosinistra la pratica del prelievo dei soldi versati non sia altrettanto popolare. Chiara Cremonesi, ai tempi capogruppo di Sel, condivide per esempio con l’ex collega Nicole Minetti la somma resa (che d’altra parte è direttamente proporzionale ai mesi di legislatura). Settantanovemila euro, anche in questo caso.
La tendenza a incassare subito senza aspettare la pensione a 60 anni si spiega forse con le notizie poco confortanti in arrivo sul tema dallo stesso Pirellone. I vitalizi sono stati aboliti per i consiglieri in carica. I quali discutono da mesi su come tagliare gli assegni agli ex colleghi che invece ne beneficiano o che ne potrebbero beneficiare. C’è un tavolo di lavoro ad hoc istituito dal presidente Raffaele Cattaneo. Il primo punto all’ordine del giorno è proprio quello della riduzione degli importi degli assegni mensili da versare, oltre all’innalzamento a 65 anni dell’età della «pensione». I vitalizi costano alle casse del Pirellone più di 620 mila euro al mese. I tentativi di riforma si sono finora scontrati con la durissima opposizione dell’associazione che riunisce gli ex eletti del Pirellone. Discutibile quanto si vuole ma il vitalizio a suo modo è un diritto acquisito, è la tesi dei politici regionali pensionati e pensionandi. Nei prossimi giorni il gruppo di lavoro tornerà a riunirsi. Da destra a sinistra, tutti sono pronti a garantire: «Indietro non si torna, i privilegi saranno aboliti o comunque rivisti».