La novità più importante è di sicuro l’accordo sul Superbonus e il relativo decreto ad hoc che recepisce quella che il governo non vuole chiamare proroga, ma solamente una misura mirata. Ma il Consiglio dei ministri, l’ultimo dell’anno, che si è riunito ieri a Palazzo Chigi ha anche approvato il decreto Milleproroghe e quattro provvedimenti legislativi che attuano la delega fiscale. Partiamo proprio da qui: i quattro decreti legislativi approvati riguardano l’adempimento collaborativo, il contenzioso tributario, lo statuto del contribuente e soprattutto la prima fase della riforma dell’Irpef. Si tratta, per quest’ultima misura, della riduzione da quattro a tre scaglioni, con l’accorpamento delle prime due aliquote: un provvedimento che tanto sta a cuore al governo e alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ma che in realtà produce effetti minimi, con un guadagno in busta paga per i lavoratori dipendenti che si ferma a pochi euro al mese (dai 4 dei redditi più bassi ai 20 di quelli più alti).
L’intesa sul Superbonus
Gran parte dei giochi, però, si è svolta prima del Cdm, nel vertice tra i vicepresidenti del Consiglio, Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Si è deciso di procedere, per il Superbonus, con una misura che valuterà l’effettivo stato di avanzamento dei lavori al 31 dicembre. In particolare lo sconto del 110% resterà per le famiglie con Isee basso (15mila euro per un single) che potranno concludere i lavori nel 2024. Chi ha un reddito più alto potrà proseguire i lavori con uno sgravio ridotto al 70% e si prevede anche una sanatoria per chi non ha completato i lavori al 31 dicembre 2023 ma ha raggiunto almeno il 30% del loro avanzamento: non dovrà restituire le somme già ottenute. Come riassume il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, “il bonus edilizio al 110% resterà comunque in vigore per coloro che hanno reddito basso e non hanno completato i lavori”.
La lunga lista di rinvii del Milleproroghe
All’ordine del giorno del Cdm – a cui non era presente Meloni per le sue condizioni di salute – c’era anche il decreto Milleproroghe. Sono state approvate diverse proroghe, a partire dal rinvio delle graduatorie e dei termini per le assunzioni nella Pa. Saltata, invece, la proroga di due mesi del regime fiscale agevolato per i calciatori e gli sportivi in arrivo dall’estero. Rinvio di un anno anche per l’obbligo di invio della fatturazione elettronica per i medici e gli operatori sanitari. Per tutto il 2024, poi, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli potrà istituire estrazioni settimanali aggiuntive del Lotto e del Superenalotto.
Prorogata a tutto il 2024 la possibilità per i laureati in medicina e chirurgia di assumere incarichi provvisori o di sostituzione di medici di medicina generale. Proroghe anche per le università, che avranno più tempo per indire procedure per il conferimento di assegni di ricerca. Un anno in più se lo prende il governo per la definizione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, in tema di autonomia. Proroga anche per la possibilità, per polizia e vigili del fuoco, di assumere nuovo personale. Il decreto interviene anche sull’attività di bonifica dei siti di interesse nazionale, come nel caso del Sin di Taranto. Per quanto riguarda la scuola, invece, si prevede la possibilità che i presidi reggenti, titolari di più sedi, possano essere supportati da docenti facenti funzionari vicarie.