Prima gli arresti, ora i nuovi indagati e gli interrogatori degli arrestati. Si può riassumere così la seconda puntata del terremoto giudiziario che ha travolto la politica lombarda, soprattutto legata a Forza Italia, in quella che sembra essere una nuova tangentopoli. E così mentre il governatore leghista Attilio Fontana saltava la barricata, passando in appena 24 ore da parte lesa ad indagato, ieri i magistrati iniziavano le audizioni delle dodici persone finite in carcere che però, in larga misura, sceglievano di avvalersi della facoltà di non rispondere. Tra questi l’ex coordinatore provinciale di FI a Varese Gioacchino Caianiello, ritenuto il burattinaio dell’intero sistema corruttivo nonché colui che avrebbe tentato vanamente di corrompere il presidente di Regione Fontana, e il consigliere comunale di Milano ed ex vice coordinatore regionale di FI, Pietro Tatarella.
SOLIDI INVESTIMENTI. Un’inchiesta shock dal cui carteggio, ormai quotidianamente, continuano ad uscire nuovi importanti dettagli. Come la natura del successo imprenditoriale di Daniele D’Alfonso che avrebbero avuto solide fondamenta, basate sulla conoscenza di politici locali. Così una cena o un evento da lui organizzato con loro, diventava un investimento che, seppur ingente, dopo qualche tempo avrebbe fruttato fiumi di denaro. Un concetto ben chiaro allo spregiudicato imprenditore che il 12 gennaio 2018 organizzava uno dei primissimi incontri con importanti personaggi politici. Tra questi l’allora consigliere comunale di Milano nonché ex enfant prodige forzista Tatarella, l’ex consigliere regionale Fabio Altitonante poi rieletto nella lista Forza Italia Berlusconi per Fontana e attualmente Sottosegretario di Regione Lombardia con delega alla rigenerazione e sviluppo area Expo, e soprattutto il potentissimo Caianiello.
Un primo incontro conoscitivo a cui di lì a poco ne avrebbero fatto seguito altri, molti dei quali organizzati e spesati direttamente da D’Alfonso. Uno su tutti, ritenuto chiave dai carabinieri, è quello avvenuto appena 7 giorni dopo all’interno della discoteca Noir di Lissone. La mente della serata è l’imprenditore e tra i partecipanti ci sono Tatarella e Altitonante, oltre ad altri politici e imprenditori della zona. Significativa in tal caso è la telefonata fatta da D’Alfonso al titolare del locale per essere certo della buona riuscita dell’evento che, per sua stessa ammissione, non sarebbe stata un’occasione di rimpatriata fra amici ma avrebbe avuto finalità chiaramente lobbystiche. “C’ho mezza Forza Italia cazzo stasera… tutti quelli di Varese… tutti i numeri uno son lì figa… faccio una figura, se va bene stasera (…) e siccome lo so che spenderò tanto perché tra mangiare e dopo… beh questi bevono come sanguisughe” spiegava D’Alfonso. E l’interlocutore, oltre a rassicurarlo sulla sicura riuscita della serata, gli chiedeva innocentemente: “Capito, devi investire. Cena di rappresentanza?”. Lapidaria la risposta dell’intercettato: “Cena aziendale. Non sto scherzando, eh…”.
AMICI POTENTI. Nell’intercettazioni allegate al fascicolo spunta anche il nome del sottosegretario della Lega Giancarlo Giorgetti, quest’ultimo non indagato. A tirarlo in ballo è il ras di Varese Caianiello durante una conversazione con Diego Sozzani, il deputato per il quale i magistrati hanno avanzato una richiesta d’arresto alla Camera. Il potente politico forzista raccontava all’amico che Claudio Milanese, presidente della società Econord, è amico del sottosegretario perché originario del suo stesso paese. “Questo è il lago… Varese è lì, noi siamo dall’altra parte, qui è Inarzo dove è lui.. qui è dove c’è Giorgetti, Bodio Lomnago? Io lo indirizzo, dico: vai dal tuo amico! capì?! io quando devo dirgli qualcosa, l’altro risponde, perché storicamente sono qui, sono imprenditori della zona! e lui è un personaggio eh”. Sozzani è interessato e chiede a Caianiello se sia possibile discutere con Milanese anche di altre questioni: “Si può parlare ad esempio dell’Anas con lui?”. Il ras di Varese annuisce: “Si può perché lui deve lavorare.. ricordati che ha la società di calcestruzzo”. Successivamente, l’incontro con Milanese avviene puntuale e l’argomento è proprio Anas il cui vertice stava per essere rinnovato. Per questo l’imprenditore chiedeva rassicurazioni su chi potesse avere un ruolo nella decisione: “Chi è che va al tavolo? Giorgetti?”. E Sozzani risponde: “È lui! Sicuramente nella Lega è quello che dice la sua”.