di Marco Castoro
Tre indizi fanno una prova. I talk show in tv sono troppi e pertanto fanno meno breccia sul telespettatore disamorato della politica e dei politici. La nuova stagione si preannuncia come un bagno di sangue per questo tipo di programmi che costano poco e quindi in tempi di crisi abbondano. Così come i salotti gestiti dalle signore del pomeriggio, che ancora tengono botta alla crisi, seppure all’orizzonte sono ben visibili le prime incrinature registrate negli ascolti della Vita in diretta di Paola Perego. Dopo un lunedì che ha visto deludere Piazza pulita di Corrado Formigli (1.176.000 telespettatori, share del 5.70%) e Quinta colonna di Paolo Del Debbio (981.000 e 4.38%) e il martedì con Matrix di Luca Telese visto da 615.000 telespettatori (6,84% di share), ecco che il 7% del pubblico che vedeva il Virus di Nicola Porro su Raidue si è praticamente diviso in due tronconi, dimezzando la dote dell’ex In Onda che si è dovuto accontentare del minimo stagionale (768.000 spettatori con il 3,31% di share), perdendo il derby con la Gabbia di Gianluigi Paragone su La7 (809.000 telespettatori in valore assoluto, share del 3,97%).
Si difende Porta a Porta. Anzi la puntata di mercoledì con ospite Matteo Renzi è stata la più vista (1.355.000 telespettatori, per uno share del 16,62%). Il cerimoniere Bruno Vespa continua a navigare con la sua terza camera del Parlamento. A sorreggerlo c’è il suo pubblico consolidato di fedelissimi pensionati (il 70% dei telespettatori ha oltre 55 anni, l’80% più di 44 anni). Una media di un milione e mezzo di telespettatori per uno share del 15%, di cui quasi un terzo sintonizzati dall’Abruzzo. Vespa subisce battute d’arresto soltanto quando va in prima serata.
Per quanto riguarda Santoro-Travaglio-Floris, va detto che Servizio pubblico e Ballarò hanno il numero di telespettatori ben consolidato e non corrono il rischio di soccombere. Tra l’altro i loro spazi in video (il giovedì e il martedì) sono gli stessi da anni.
Paragone, Formigli, Del Debbio, Telese e Porro fanno invece parte del new deal che però fatica ad avere continuità di ascolti. Ogni tanto sono capaci di qualche exploit, seppure spesso incappano in preoccupanti cali. I primi tre stanno cavalcando l’antipolitica, gli altri due funzionano ottimamente in coppia, mentre da conduttori spesso accusano battute di arresto. Mentre Lilli Gruber è come la sfinge: nessuno può scalfire i suoi ascolti.