Non passa ormai giorno che Forza Italia non torni a rilanciare la riforma della cittadinanza e lo ius scholae. E lo fa con due messaggi chiari. Uno ai colleghi di maggioranza: “Verissimo, non è nel programma, ma nei programmi di governo non sempre c’è tutto, si possono arricchire – dichiara in un’intervista a Repubblica il leader di Forza Italia, Antonio Tajani. – Secondo: non è la nostra priorità, che sono altre: l’economia e l’emergenza carceri. E però non siamo un partito unico, ognuno ha le sue idee. Non è che cade il governo se abbiamo votato diversamente su von der Leyen o se portiamo avanti le nostre idee sulla cittadinanza”.
E l’altro alle opposizioni, Pd in testa, benvenute ad aggiungersi o affiancarsi agli azzurri nella loro battaglia. “Nessun inciucio col Pd, nessun tradimento. Ma se il Pd si dice d’accordo con me, non posso essere io a cambiare idea. I sondaggi dicono che gli italiani sono a favore dello ius scholae. Detto ciò, c’è tempo. Prima ne voglio parlare con i gruppi di Forza Italia. E sarebbe un’iniziativa dei nostri parlamentari, non del governo”.
Ius scholae, il muro della Lega a Tajani
La replica della Lega non si fa attendere. “Non è una priorità, non è nell’agenda di governo. Legge che funziona non si cambia”, dice il vicepremier e leader del Carroccio, Matteo Salvini. Secondo cui l’Italia è il Paese europeo che concede più cittadinanze di tutti. Controcorrente il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che spiazza in un primo momento la Lega.
“Non vorrei anticipare discussioni che in questi giorni sono un po’ complicate, ma bisogna porsi il problema di come rendiamo” i migranti “nostri cittadini”, dice.
E ancora: “Credo che questa discussione vada fatta scevra da condizionamenti ideologici”. Salvo un chiarimento successivo del Viminale sul senso di contrarierà allo ius scholae essendo, l’Italia, il Paese che dà più cittadinanze in Europa, fermo restando il rispetto della sovranità del Parlamento.
Le speranze dell’opposizione
Ad ogni modo, la possibile confluenza di parte delle opposizioni sulla roadmap pensata da Forza Italia – primo step a settembre con una riunione dei dipartimenti del partito con Tajani e i capigruppo -, allarma la Lega.
Incassato già l’interesse di Azione, Italia viva, 5 Stelle e +Europa, se a FI si aggiungesse anche il Pd, che allo ius scholae forzista preferirebbe la versione più pura della riforma dello ius soli (chi nasce in Italia, è italiano), alla Lega non basterebbe l’alleanza con FdI per arginare le spinte riformatrici sulla cittadinanza.
Il partito di Giorgia Meloni continua, tuttavia, a rimanere defilato rispetto alle polemiche tra i due vicepremier. La posizione, comunque, dei meloniani è vicina a quella dei leghisti: non è una priorità, non è nell’agenda del governo.
La posizione defilata di FdI sullo ius scholae
“Non essendo stata prevista nel contratto di governo e nelle proposte fatte agli elettori, un’eventuale riforma della cittadinanza non si può discutere alla cieca”, dichiara il vicecapogruppo vicario di FdI al Senato, Raffaele Speranzon.
ll capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti, ha lanciato invece un chiaro avvertimento a Forza Italia: “Che l’opposizione provi a dividere la maggioranza è scontato, ma spetta a quest’ultima non farsi tirare per la giacca”.
L’opposizione dicevamo. “Ci fa piacere l’apertura di FI, lo riteniamo un comportamento maturo e mi auguro che almeno su questo si possa trovare un consenso trasversale”, ha affermato la senatrice del M5S, Alessandra Maiorino.
Il Pd, dicevamo, è affezionato allo ius soli, ma è pronto a trovare un compromesso con gli azzurri. “Se non è una boutade agostana e fanno sul serio, vediamo in Parlamento e confrontiamoci”, dice il dem Alessandro Alfieri ad Affaritaliani.it.