Taglio dell’Irpef, tasse più basse per il ceto medio: quando potrebbe arrivare e chi ci guadagnerebbe

Il governo torna a promettere il taglio dell'Irpef per il ceto medio: quali saranno i tempi e chi potrebbe beneficiarne.

Taglio dell’Irpef, tasse più basse per il ceto medio: quando potrebbe arrivare e chi ci guadagnerebbe

La promessa, finora, non è stata mantenuta. Ma adesso il governo ci riprova, almeno a parole. Il taglio delle tasse, attraverso una riduzione dell’Irpef, per il ceto medio torna a tenere banco. È il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, a rilanciare il tema in occasione dell’evento del Sole 24 Ore Telefisco 2025.

Per Leo una “parte strutturale” del recupero derivante dalla lotta all’evasione fiscale deve essere destinato alla riduzione delle tasse del ceto medio. In particolare il viceministro pensa a una “fascia di contribuenti con redditi da 28 a 50mila euro e se possibile fino a 60mila”. Insomma, un nuovo taglio dell’Irpef che porti stipendi più alti.

Nuovo taglio dell’Irpef, il nodo risorse

Il governo sembra quindi puntare a un nuovo taglio dell’Irpef dopo la precedente riduzione da quattro a tre aliquote. Il problema è sempre lo stesso: trovare le risorse per poter mettere in campo una riduzione delle tasse per milioni di lavoratori. Leo ricorda che sono stati recuperati 32,7 miliardi dall’evasione, con un trend “di crescita”. E ora il suo obiettivo è quello di individuare una parte strutturale, derivante dalla lotta all’evasione, che “può essere messa al servizio dell’intervento per il ceto medio”.

Quando può arrivare l’aumento degli stipendi per il ceto medio

Leo è quindi tornato a promettere un intervento sull’Irpef del ceto medio, probabilmente con una riduzione dell’aliquota dal 35% al 33%. Ma quando potrebbe arrivare l’aumento in busta paga? Per ora è difficile dirlo, anzi sembra che i tempi possano essere decisamente lunghi.

Anche il viceministro dell’Economia sa che non sarà facile intervenire presto e quando gli viene chiesto se sarà possibile fare qualcosa entro l’anno, la risposta è elusiva: “Ci lavoriamo, non posso impegnarmi sui tempi, ma sono interventi che devono essere fatti”. Di soldi ne servono tanti, solo per arrivare ai 50mila euro di redditi servono tra i 2 e i 3 miliardi. Ancora di più se si sale fino a quota 60mila. E considerando che le risorse oggi non ci sono e che la crescita asfittica non aiuta, sembra probabile un rinvio quantomeno al prossimo anno.