Altro che Finanziaria delle tasse. “Questa Manovra le sforbicia per 26 miliardi”, taglia corto Elisa Pirro, capogruppo M5S in commissione Bilancio al Senato.
Lunedì il voto di fiducia al Senato blinderà la Manovra che non sarà modificata alla Camera. Una scelta che ha sollevato polemiche. Lei la condivide?
“Quando abbiamo deciso di dar vita a questo Governo, in seguito al colpo di sole di Salvini al Papeete, ci siamo presi una grande responsabilità. Sapevamo che il compito era improbo: bisognava impedire un aumento dell’Iva per 23 miliardi e portare comunque a casa misure cruciali per imprese e famiglie, obiettivo alla base dell’intesa con le altre forze di maggioranza. Un percorso non facile, che lunedì però porteremo a compimento. Non scordiamoci che la Lega voleva fare le elezioni a novembre e poi la Manovra. Una fantasticheria delirante”.
L’assetto complessivo della Manovra la soddisfa? A sentire il Centrodestra pullula di nuove tasse…
“Iniziamo col dire che soltanto sul fronte Iva scongiuriamo 540 euro annui di aggravi a famiglia. Quella stessa Iva che nell’estate del 2011 il Centrodestra aumentò dal 20 al 21%. E che nel 2013 l’allora Pdl votò portandola ancora più su: al 22%. Questa Manovra sforbicia tasse per 26 miliardi e mette fine all’inviolabilità del cuneo fiscale, che tagliamo per 3 miliardi nel 2020 e 5 nel 2021. Quella di Lega, Fdi e FI è la cantilena stantìa di chi scarseggia di argomenti. Salvini è letteralmente scappato da questa manovra, non dimentichiamocelo”.
Un emendamento M5S rinvia al 2022 la fine del mercato tutelato e il passaggio al libero mercato. Perché questo rinvio?
“Non si possono scaraventare 16 milioni di famiglie e 4 milioni di attività e Pmi nel mare aperto e tormentato del mercato libero. Parliamo di fasce deboli della popolazione, e in alcuni casi di cittadini che vivono in sacche particolari di disagio. Serve gradualità e un’imponente campagna di informazione per ampliare la fetta al di fuori del mercato tutelato”.
Tra le misure più discusse, oggetto di un vero e proprio braccio di ferro nella maggioranza, la Plastic (ridotta) e la Sugar Tax (riviata). I renziani gridano alla vittoria intanto però arriva la tassa sulla fortuna. Alla fine della fiera, ci guadagnano i grandi gruppi industriali e ci rimettono i comuni cittadini?
“Prendo la sua domanda per mera provocazione, ho appena spiegato che questa Manovra abbassa le tasse alla stragrande maggioranza degli italiani. Quanto a plastic e sugar tax, nascono come tasse di scopo con fini precisi. Ogni minuto nel mar Mediterraneo finisce l’equivalente di 33mila bottigliette di plastica: è inutile applaudire in piazza Greta Thunberg e poi persistere nell’immobilismo, senza mai avviare un processo di riconversione produttiva. Oltretutto, noi siamo al fianco di quei produttori che riconvertono. Sulla tassa per le bevande zuccherate, beh, è presente in tanti paesi del mondo. Mira a tutelare la salute soprattutto dei più giovani e vuol solo accrescere i consumi consapevoli. I cittadini non ci rimetteranno un cent: non scherziamo”.
E sul fronte delle detrazioni sanitarie, cosa cambierà per i contribuenti?
“Nulla, sono salvaguardate in tutto e per tutto. Inizialmente si era previsto di farle diminuire esclusivamente a partire dai redditi più alti, ma alla fine sono state trovate le coperture per mantenere inalterata l’attuale situazione”.