Sembra passato un secolo dalle battaglie intestine alle toghe italiane che hanno avvelenato la corsa alla successione di Giuseppe Pignatone. Un’eredità pesante che sembrava destinata a finire nelle mani del procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, salvo poi dover azzerare l’intera procedura per via dello scandalo al Csm ma che ora sembra prossima alla svolta. Già perché la lunga attesa per la nomina del capo della Procura di Roma, la più grande d’Europa, è ormai giunta al termine in quanto il prossimo 4 marzo ci sarà la riunione decisiva del plenum del Consiglio superiore della magistratura. Così a contendersi il posto sono rimasti in tre ossia il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, il collega Giuseppe Creazzo attualmente alla guida della procura fiorentina e il procuratore vicario di Roma Michele Prestipino (nella foto).
Proprio su quest’ultimo, stando a quanto trapela in queste ore, si starebbe cementando un’inedita alleanza tra i componenti della corrente di Autonomia & indipendenza di Piercamillo Davigo e quella di sinistra di Area che, di fatto, lo ha reso il candidato in pole position. Ciò non significa affatto che la partita sia già in cassaforte perché non si possono escludere colpi di scena e dietrofront. Qualcosa che si è già vista due settimane fa quando la corrente di Autonomia & Indipendenza, in occasione della nomina di due procuratori aggiunti a Roma, si è spaccata. Tuttavia in questa partita, decisamente più delicata tanto che si usa dire che il posto di procuratore a Roma vale un ministero e specie dopo quanto accaduto nel panorama delle toghe italiane per lo scandalo di Luca Palamara, i consiglieri sarebbero intenzionati a far convergere quanti più voti possibili su un singolo candidato così da mostrare a tutti la ritrovata compattezza della magistratura.
RESA DEI CONTI. Insomma si cercherà di evitare il ripetersi di quanto accaduto lo scorso 14 gennaio quando la Commissione interna al Csm non è riuscita a trovare un accordo, mancando l’obiettivo di riuscire a dare un’indicazione unitaria al plenum. In quell’occasione due voti sono finiti a Lo Voi mentre Prestipino e Creazzo ne hanno ricevuto un solo voto. Nel dettaglio il procuratore di Palermo è stato votato dai consiglieri Loredana Micciché di Magistratura Indipendente, ossia la corrente di destra delle toghe, e da Michele Cerabona, laico di Forza Italia. Il collega di Firenze è stato proposto dal togato di Unicost Marco Mancinetti, mentre l’attuale vicario di Roma da Davigo, leader del gruppo di Autonomia & Indipendenza.
Uno stallo a cui non prese parte la corrente di sinistra, Area, decisa a non scoprire le proprie carte e ad evitare ulteriori frizioni tra toghe. Quel che è certo è che il 4 marzo Roma avrà il suo nuovo procuratore. Quel giorno, come da procedura del Csm, si terrà una prima votazione a maggioranza assoluta. Se nessuno dei tre candidati dovesse raggiungere tale risultato, cosa altamente improbabile, ci sarà un ballottaggio tra i due nomi più votati che, salvo colpi di scena, si terrà nella stessa giornata.