Un patto tra Salvini, Meloni e Tajani per lanciare la candidatura di Simonetta Matone alle suppletive del 16 gennaio nel seggio Roma 1 per la Camera (leggi l’articolo), vacante dopo l’elezione di Roberto Gualtieri a sindaco della Capitale.
Matone, ex magistrato, spinta dalla Lega ora ha messo d’accordo gli alleati. Proprio nel dietro le quinte di Atreju, nella piazza Risorgimento che ha visto incrociarsi tutti i leader del centrodestra, Matteo Salvini, principale sponsor della Matone, ha incassato il sì di Giorgia Meloni e di Antonio Tajani.
Sarà una sfida tra donne, dunque, considerando che la direzione romana del Pd ha ufficializzato la candidatura di Cecilia D’Elia, responsabile Pari Opportunità nazionale dei dem, vicina al governatore del Lazio ed ex segretario Nicola Zingaretti, di cui è stata assessore, e apprezzata in tutto il partito.
Ad affossare il campo largo è salvo sorprese Carlo Calenda. Il leader di Azione poche ore prima aveva ritirato la candidatura della consigliera regionale Valentina Grippo in favore di un nome comune, ma dopo la scelta del Pd parla di “campo largo che non esiste” perché i dem preferiscono “andare avanti senza confronto”.
A questo punto non gli resterà che ripiegare sul nome avanzato da Italia viva: se in un primo momento si era parlato dell’attuale ministra alle Pari opportunità Elena Bonetti (nella foto), ora il nome che circola insistentemente è quello di Valerio Casini, consigliere comunale renziano più votato alle ultime amministrative a Roma.