Oltre alle regionali, importanti per gli stessi equilibri della maggioranza giallorossa domani e lunedì sono le suppletive di due seggi al Senato. Si vota in Veneto e in Sardegna e l’esito del voto, per sostituire due parlamentari del Movimento 5 Stelle e di Fratelli d’Italia, è destinato a pesare sul futuro dell’esecutivo, essendo già risicati i numeri per Giuseppe Conte a Palazzo Madama. Per scegliere i due nuovi senatori, in Sardegna sono chiamati alle urne 467.122 elettori del collegio di Sassari e in Veneto 352.696 elettori di quello di Villafranca di Verona. Sull’isola dovrà essere scelto il sostituto della senatrice pentastellata Vittoria Bogo Deledda, deceduta il 17 marzo 2020 e nel veronese del senatore Stefano Bertacco, di FdI, ex assessore della giunta di Flavio Tosi, passato da An a Forza Italia, per poi approdare nel partito di Giorgia Meloni, e deceduto il 14 giugno scorso.
Una partita importante per i giallorossi, considerando che la maggioranza al Senato è sempre più risicata e che due seggi in più sarebbero utilissimi. Cercando almeno di recuperare quello lasciato vuoto dalla pentastellata Bogo Deledda, la candidata che in Sardegna aveva raccolto nel 2018 il maggior numero di voti, nel collegio di Sassari è stato così siglato uno dei rari patti tra Pd e Movimento 5 Stelle, che si sono compattati attorno a un unico candidato, Lorenzo Corda, il quale dovrà vedersela però con Carlo Doria del centrodestra unito e Agostinangelo Marras di Italia Viva, che anche in questo caso si è tenuta lontana da un’intesa con pentastellati e dem. Nel veronese, essendo invece più arduo per i giallorossi guadagnare un seggio, Partito democratico e Movimento 5 Stelle si presentano divisi, puntando il primo su Matteo Melotti e il secondo su Emanuele Sterzi, mentre le destre cercano di mantenere il seggio con Luca De Carlo.
Nell’attuale legislatura sono già state tre le elezioni suppletive: in Campania, dove ha vinto Sandro Ruotolo, indipendente di centrosinistra, nel Lazio, dove si è imposto con il Pd Roberto Gualtieri, ministro dell’economia, e in Umbria, dove ha vinto la leghista Valeria Alessandrini. I numeri però si assottigliano sempre più per i giallorossi a Palazzo Madama e questa volta le suppletive assumono appunto un’importanza maggiore.
Al momento al Senato i senatori, considerando anche i sei senatori a vita, sono 321 e per avere la maggioranza occorre poter avere 161 voti. Il Governo Conte, in una fase in cui non si escludono ulteriori e prossime defezioni, può attualmente contare su 95 parlamentari del Movimento 5 Stelle, 35 del Partito democratico, 18 di Italia Viva e 5 di Leu. Dunque su 153 senatori. Non bastano. E per tirare avanti l’esecutivo ha bisogno dell’appoggio dei senatori a vita e del Gruppo misto, composto di 26 parlamentari di orientamenti diversi. Abbastanza per dare la misura di quanto anche uno o due seggi siano importanti per consentire ai giallorossi di avere maggiore respiro. Una missione affidata in Sardegna al presidente dell’Ordine degli Ingegneri per Sassari e la Gallura, Lorenzo Corda, e in Veneto a Melotti, insegnante di matematica e scienze alle scuole medie di Sommacampagna, per i dem, e al broker assicurativo Sterzi, per il Movimento 5 Stelle. Missione difficile ma non impossibile.