Dietro il pressing incessante del mondo produttivo e di quello bancario oltre che di tutte le forze politiche, a partire dal M5S che ha chiesto una informativa del Governo sul Superbonus che si terrà il primo marzo, l’esecutivo si appresta a rivedere la stretta inserita nel decreto Sostegni ter che limita la cessione del credito (leggi l’articolo), legata ai bonus edilizi, a una sola volta. I correttivi non dovrebbero agganciare il decreto Milleproroghe ma dovrebbero essere varati assieme alle misure contro il caro bollette che l’esecutivo conta di far arrivare in Consiglio dei ministri giovedì o al massimo venerdì. Le ultime ipotesi confermano le linee di intervento anticipate dal ministro dell’Economia, Daniele Franco.
L’informativa del Governo sul Superbonus ci sarà il primo marzo
Ogni operazione sarà tracciata dall’inizio alla fine. Per questo è in arrivo un codice identificativo, di fatto una sorta di bollino che accompagnerà le diverse cessioni, che consentirà di risalire a tutta la filiera. Una soluzione che, insieme all’asseverazione, al visto di conformità sull’adeguatezza dei prezzi e al controllo preventivo dell’Agenzia delle Entrate, dovrebbe consentire di evitare le truffe che hanno interessato anche e soprattutto altri bonus, come quello per le facciate. Ma soprattutto si allargheranno le maglie per consentire la cessione del credito più volte. La nuova soglia dovrebbe prevedere la possibilità di tre cessioni, ma solo se avvengono attraverso canali certificati, sicuri, come quelli bancari.
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha intanto firmato il decreto che fissa i tetti massimi per gli interventi del Superbonus 110%. I massimali individuati aggiornano quelli già vigenti per l’Ecobonus, aumentandoli almeno del 20% in considerazione del maggior costo delle materie prime e dell’inflazione.“Con questo decreto – ha detto Cingolani – si completa l’operazione che sta portando avanti il Governo ponendo un freno all’eccessiva lievitazione dei costi”. I massimali, che saranno rivisti annualmente, non sono omnicomprensivi in modo da tener conto dell’eterogeneità dei possibili interventi, e pertanto sono stati esclusi Iva, gli oneri professionali e i costi di posa in opera. Ieri gli artigiani hanno stimato i danni che potrebbero derivare dall’attuale stretta decisa dal Governo, qualora non venisse corretta.
Le imprese del settore costruzioni – rileva un’indagine della Cna – stimano una caduta del fatturato che sfiora il 40% per l’anno in corso, i serramenti prevedono una contrazione del 32,4% mentre le imprese di impiantistica del 30%. E Confartigianato ha fatto un calcolo dei danni già arrecati: “Gli effetti delle ripetute modifiche normative ai bonus edilizia si sono manifestati con la riduzione dei lavori conclusi ammessi a detrazione: a gennaio ammontano a 1.563 milioni di euro, un valore praticamente dimezzato, pari a -46,2%, rispetto ai 2.904 milioni di dicembre 2021 che aveva segnato un +87,5% rispetto a novembre 2021”.
“Non ci può essere un casus belli per una misura che consente la rigenerazione urbana del Paese, una misura che è stata un elemento trainante della crescita economica”, ha detto il leader del M5S, Giuseppe Conte. “Non ci si può vantare del 6,5% del Pil appena completato l’anno scorso e poi mettere in discussione questa misura a cui si deve per la gran parte questo risultato”.