Era quantomeno prevedibile. A pagare la fine del Superbonus sono i lavoratori. Lo dimostra Federcepicostruzioni citando l’ultimo report mensile dell’Inps sulla cig: la fine dei bonus edilizi ha portato a una crescita della cassa integrazione ordinaria nel settore delle costruzioni del 46% tra il maggio del 2023 e il maggio del 2024. L’aumento più marcato si è registrato nel Nord-Est, dove l’incremento è stato del 53,16%. Molto alto il tasso anche nel Mezzogiorno (+51,02%) e nel Nord-Ovest (+45.21%). Minore, invece, l’impatto sul Centro Italia, dove l’aumento è stato del 15,72%.
Con la fine del Superbonus scoppia la cassa integrazione
Per quanto riguarda le singole Regioni, i dati più allarmanti sono quelli della Sardegna (+356,05%), del Trentino-Alto Adige (+253,35%) e della Puglia (+243,38%). Dati che, sfortunatamente, non stupiscono, come sottolinea anche il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi: “Com’era ampiamente nelle previsioni, lo stop improvviso e inatteso del Superbonus inizia a far sentire le sue pesanti ripercussioni anche sull’occupazione”.
Non solo, perché “non è difficile prevedere un ulteriore peggioramento nei prossimi mesi. Un confronto con le associazioni di categoria, che è mancato del tutto, avrebbe consentito di definire una exit strategy meno traumatica e meno impattante anche sull’occupazione. Così non è stato e se ne iniziano a scontare le conseguenze”. E ora il rischio è per “numerose aziende” che nei prossimi mesi “potrebbero non essere più in grado di sostenere un portafogli di crediti da Superbonus per centinaia di migliaia di euro, sempre più difficilmente liquidabili, e a condizioni sempre più onerose”.