Sul Superbonus si parla di una massa di crediti incagliati pari a 15 miliardi di euro, 25mila imprese a rischio, problemi per circa 90mila cantieri che si stanno fermando con la conseguenza di contenziosi. Ingegnere Francesco Burrelli, presidente Anaci (Associazione degli amministratori condominiali), ci spiega come stanno le cose?
“Il problema è quando si prendono provvedimenti – ne sono stati fatti oltre una ventina rispetto al decreto del 2020 – che creano innumerevoli danni. Soprattutto nel decreto Aiuti quater, con un colpo di spugna Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni hanno spazzato via alcune certezze normative, già minate dall’esecutivo Draghi, e messo paletti per esempio per l’invio delle Cilas quando c’erano contratti che stavano per partire e assemblee già fatte. A questo si aggiunge il decalage che hanno introdotto dal 110 al 90%, che su 600 mila euro significa 100mila euro di differenza. Ci sono imprese che hanno lavorato e stanno aspettando non il saldo ma il compenso di quello che hanno fatto nel 2021. È da maggio del ‘21 che ci sono una parte di crediti bloccati. Circolari su circolari dell’Agenzia delle Entrate hanno, poi, messo paletti su paletti. Con il risultato che c’erano aziende che non acquisivano più il credito e una buona parte di quelle che li avevano acquisiti hanno cominciato a disdettare i contratti mettendo in grave difficoltà coloro i quali – amministratori, professionisti, termotecnici – si erano impegnati ad acquistare la fiducia dei condomini. E in più la direttiva green va nella direzione di dire ‘abbassiamo di due classi energetiche i nostri edifici’, ma l’unica cosa che c’era che poteva migliorare questo stato delle cose era proprio il Superbonus che hanno deciso di smantellare”.
La legge di conversione del decreto Aiuti quater ha aumentato fino al numero di cinque il numero di cessioni possibili. Non sono sufficienti?
“No, non sono sufficienti a smaltire tutto quello che c’era. E poi c’è una cosa peggiore. Le banche, nonostante sia aumentata di uno la cessione del credito, hanno chiuso i rubinetti, perché poi non riescono a loro volta a smaltirli. E adesso coloro i quali avevano i crediti fiscali li stanno svendendo pur di recuperarli”.
Il M5S ha proposto un Superbonus Regione per mettere gli enti locali nelle condizioni di acquisire i crediti.
“Se si riesce a fare è una cosa importante ma aspettiamo che venga messa a terra. Ma la cosa importante è: perché le regioni non si uniscono e fanno, anche con il coinvolgimento delle banche, un Piano Marshall? In modo tale che si mettano d’accordo dicendo ‘facciamo la cernita di tutti i bonus che sono ancora in sospeso nelle varie regioni, di tutte le delibere che si sono fatte e non sono partite’, cercando di recuperare tutto quello che riusciamo a recuperare ed estendiamo fino al 2030 questo bonus con l’obiettivo di salvare soprattutto le Pmi che sono più fragili? Un Piano Marshall dove anche le banche si impegnano quando c’è da fare inclusione sociale per riqualificare un patrimonio immobiliare che fa pena da tutti i punti di vista. Se nel 2030 -2033 dobbiamo fare questo salto green facciamo da adesso questo Piano e diciamo tutti i condomini che hanno attivato la pratica e che sono in attesa di avere risposte la mettano in un ufficio unico. In modo tale che si possano valutare le pratiche giuste e corrette e dare risposte in tempi brevi. Non posso iniziare una pratica con un’azienda che prima mi dice sì e poi dopo 4 mesi mi manda una Pec in cui mi dice di non riuscire più ad acquisire crediti. Oggettivamente bisogna mettersi in testa che se bisogna riqualificare il patrimonio immobiliare bisogna parlare con i costruttori, con i progettisti, con i termotecnici, con gli ingegneri, con gli architetti, con tutta la filiera insomma. E ancora: con gli amministratori che lo gestiscono. E poi si tracciano regole chiare in modo che gli investitori investano e la gente abbia contributi”.
La direttiva Ue sull’efficientamento energetico delle case è cosa buona?
“Va benissimo ma ci sono alcune domande. La prima è dove si prendono i soldi per riqualificare tutti i centri storici dove non si può fare il cappotto termico? Come li recuperiamo quei fabbricati che non riescono a fare il salto energetico entro il 2030-2033 come stabilisce la direttiva, e non si tratta di tutte case di lusso? A quale prezzo commerciale li possiamo vendere? Quelli che hanno fatto il mutuo e si sono indebitati per pagarlo fino al 2030 a una tale cifra poi a quella data quanto varrà la loro casa? E comunque proprio alla luce della direttiva Ue indebolire il Superbonus è un paradosso. Paradossale è infatti bloccare lo strumento che andava nella direzione di migliorare di due classi energetiche tutti i fabbricati come ci chiede di fare l’Europa”.