Apprezzamento per “l’orientamento espansivo” della Manovra messa a punto dal Governo, ma anche molti dubbi sulle modifiche introdotte in corsa sui bonus edilizi. È un giudizio tra luci ed ombre quello che gli artigiani della Cna, guidata dal presidente Daniele Vaccarino (nella foto), riserva alla Legge di Bilancio nel corso dell’audizione di ieri dinanzi alla Commissione Bilancio del Senato.
Certamente meritorio lo sforzo volto “a garantire ossigeno a un’economia ancora segnata dalla cicatrici profonde provocate dalla pandemia” e da alcuni squilibri come la carenza di materie prime che rischia di rallentare la produzione e che si è già tradotta in uno spropositato aumento dei prezzi”, anche attraverso lo stanziamento di 8 miliardi per la riduzione della pressione fiscale.
Che, secondo Vaccarino andrebbe destinato ad “un intervento sulle aliquote Irpef con un impatto generalizzato sull’intera platea dei contribuenti comprendendo anche gli imprenditori individuali, soci di società di persone e autonomi”. Quanto all’Irap, la Cna ha suggerito di “aumentare la franchigia, ora fissata a 13mila euro, piuttosto che abbassare l’aliquota”, eliminando il tributo alle imprese personali.
Nota dolente, invece, i bonus per la riqualificazione edilizia. Pur promuovendo la proroga per il bonus del 110% per i condomini sino al 31 dicembre del 2023, “non condividiamo – ha concluso Vaccarino – la limitazione del beneficio per le abitazioni unifamiliari, il riferimento all’Isee inferiore a 25mila euro è troppo basso e in ogni caso inappropriato”. Mentre per il bonus facciate la Cna ha chiesto di confermare la detrazione al 90%.