Superbonus 110 fondi esauriti: cosa sta succedendo alla misura, chi potrà finire i lavori e perché i nuovi cantieri sono a rischio?
Superbonus 110 fondi esauriti, nuovi cantieri a rischio: cosa sta succedendo
Le richieste pervenute rispetto al Superbonus 110% hanno nettamente superato i fondi stanziati dal Governo. Al contempo, le banche hanno annunciato lo stop rispetto all’acquisto di futuri crediti. In un simile contesto, il sistema del Superbonus 110% appare sempre più compromesso e molti lavori edilizi rischiano di rimanere incompiuti mentre il Fisco potrebbe presto chiedere di restituire le risorse erogate per svolgere gli interventi consentiti dalla misura.
In particolare, per quanto riguarda i fondi destinati ai cittadini, secondo i dati Enea, il valore complessivo delle detrazioni a carico dello Stato stabiliti a fine lavori in data 3 maggio 2022 era pari a 33,7 miliardi di euro. Fino al 2036, tuttavia, il Governo aveva stanziato in totale 33,3 miliardi di euro. Ci si trova, quindi, già di fronte a uno sforamento di 400 milioni di euro.
Nonostante i fondi per finanziare la misura siano esauriti, è ancora possibile fare domanda per il bonus fino al 30 giugno 2022, con una proroga al 31 dicembre rispetto agli interventi che riguardano edifici monofamiliari che, entro il mese di settembre, dovranno risultare completati almeno fino al 30%. Da un punto di vista pratico, dunque, l’attuazione di un progetto analogo implica necessariamente che l’esecutivo abbia intenzione di rifinanziare la misura.
Chi potrà finire i lavori e quali sono i problemi legati alla cessione del credito
Il caos domina incontrastato anche sul futuro delle pratiche già aperte. A partire dal 1° luglio 2022, verranno applicati costi maggiorati mentre i crediti per i consumatori finali verranno “svalutati”. Accadrà, quindi, che coloro che cedono un credito da 100 euro verranno rimborsato con un credito di valore inferiore ai 90 euro.
A proposito della situazione, Banca Intesa ha spiegato l’aumento del costo della procedura ai propri clienti nel seguente modo: “L’elevato flusso delle richieste pervenute di cessioni di crediti edilizi ha purtroppo comportato l’esaurimento delle nostre possibilità di compensare tali crediti”.
Le difficoltà principali derivano soprattutto dal meccanismo di legge secondo il quale gli operatori devono rispettare un “vincolo di compensazione” che li costringe a entrare in possesso di crediti fiscali come, ad esempio, quelli edilizi, che non siano superiori rispetto al livello di imposte e contributi versati all’istituto di credito.
Superbonus 110, le proposte al vaglio del Governo: Alternativa e Movimento 5 Stelle
La situazione che si è creata rispetto al Superbonus 110 e ai fondi esauriti a seguito dalle elevate richieste sta compromettendo la possibilità di portare a termine i lavori già iniziati e per i quali è stata già erogata parte dell’agevolazione. In questo contesto, infatti, il Fisco potrebbe presto chiedere la restituzione dei fondi per i lavori non completati. Oltre alla richiesta di restituzione, poi, si aggiungerebbero anche sanzioni pecuniarie di varia entità e tipologia.
Lo scenario catastrofico che si prospetta rispetto alla misura potrebbe essere risolto tramite un intervento decisivo da parte del Governo che sta esaminando alcune ipotesi. I deputati di Alternativa, ad esempio, hanno proposto di ripristinare “la cedibilità totale dei crediti d’imposta per il Superbonus 110 e consentire di utilizzare il credito in più annualità, garantendo in questo modo più spazio alle banche per l’acquisto di questi crediti”.
Nel frattempo, il Consiglio nazionale degli architetti ha diramato una nota ufficiale descrivendo come indispensabile l’estensione della “possibilità di acquisto dalle banche già in possesso di cessioni di credito”. Nella nota, inoltre, è anche possibile leggere quanto segue: “La misura consentirebbe sicuramente lo sblocco dell’attuale situazione e metterebbe in condizione i tecnici liberi professionisti e le imprese di superare l’attuale difficile crisi”.
Per far fronte al problema dello spazio fiscale esaurito, poi, il Movimento 5 Stelle ha ipotizzato di promuovere la possibilità per banche e assicurazioni “di un ulteriore utilizzo” per sottoscrivere le emissioni di Btp che hanno una scadenza superiore ai 5 anni rispetto ai crediti oggetto di acquisto dopo il 1° gennaio 2022.