Bene uno stipendio, ma molto meglio un super stipendio. Il presidente della Regione Piemonte e i suoi assessori, una giunta di centrodestra a trazione leghista, hanno provato a darsi un bell’aumento. Davanti alle proteste dell’opposizione giallorossa e vedendo crescere l’indigazione pubblica hanno però mollato. Con il Carroccio che, dopo essersi fatto paladino della casta, ha provato a giustificarsi: “Non ci hanno capito”. A Torino, con una proposta di legge che aveva come primo firmatario il capogruppo leghista Alberto Preioni, hanno cercato di far lievitare gli stipendi del presidente Alberto Cirio (nella foto) e degli assessori, ridotti nel 2012 dopo lo scandalo riborsopoli, esploso nel Lazio con Franco Fiorito, detto er Batman, e poi allargatosi alle altre Regioni.
In Piemonte sono stati tagliati i compensi dell’esecutivo visto che gli assessori godono anche dell’auto blu. Una sforbiciata di un terzo sul rimborso spese. Tra i 1.200 e i 1.700 in meno su un totale di 3.500 euro. Con la proposta di legge per quegli stipendi era prevista un’iniezione di mille euro in più al mese. Insomma rimborsi integrali e auto blu. Come ai bei vecchi tempi della casta, di cui il Carroccio si è fatto così paladino. Un’operazione giustificata invece dall’esecutivo specificando che al momento il divario tra quanto guadagnano i consiglieri e quanto guadagnano gli assessori è notevole. Il presidente Cirio, ad esempio, a gennaio ha percepito un compenso lordo di 9.033 euro e un netto di 6.700, il suo vice e gli assessori 8.583 euro lordi e 5.900 netti, a fronte degli 8.500 euro che spettano ai consiglieri regionali, ai 9.250 dei presidenti di commissione e dei 9.500 dei capigruppo. “Avere l’autista non è un privilegio, ma uno strumento di lavoro”, ha subito provato a sostenere Preioni. A dare immediatamente battaglia è stata però l’opposizione giallorossa, con forti critiche alla proposta di legge da parte di Movimento 5 Stelle e Pd.
DIETROFRONT. Accuse pesanti quelle piovute sulla giunta Cirio, difficili da far digerire all’opinione pubblica, e la manovra per i super stipendi è stata così abbandonata. La proposta di legge è stata ritirata e non sarà neppure inserita nel collegato alla Finanziaria. “Alla luce delle polemiche strumentali generate in questi giorni a mezzo stampa, che stanno provocando il fraintendimento da parte dell’opinione pubblica della ratio alla base di questa proposta, abbiamo ritenuto opportuno di ritirare l’articolo in questione, pur rivendicandone l’assoluta legittimità e la necessità di un correttivo a una disposizione che riteniamo ingiusta”, ha sostenuto Preioni. “La strada da seguire – hanno affermato per tutta risposta i pentastellati – è quella che da sempre il Movimento 5 Stelle propone e i suoi portavoce applicano: ridurre i compensi dei consiglieri regionali. Si deve intervenire sui rimborsi forfettari non tassati, 3.500 euro esentasse che i consiglieri intascano a prescindere dalle spese sostenute”.