L’inflazione torna a crescere. E a preoccupare è soprattutto il nuovo aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Le stime preliminari dell’Istat per gennaio mostrano che l’Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) è salito dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua, contro lo 0,6% del mese precedente.
Per quanto riguarda i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, l’aumento su base tendenziale è del 5,4% (era +5,3%). Come sottolinea l’Istat, “un contributo alla risalita dell’inflazione si deve anche al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, i cui effetti si manifestano anche sulla accelerazione del cosiddetto carrello della spesa (+5,4%)”.
Il carrello della spesa cresce: su i prezzi dei prodotti alimentari
La risalita dell’inflazione non può che preoccupare le associazioni a tutela dei consumatori. Assoutenti chiede al governo di “adottare efficaci misure di contrasto, specie nei settori primari per le famiglie”. A preoccupare è soprattutto il comparto alimentare, i cui prezzi, “considerate anche le bevande, aumentano del 5,9% a gennaio”, come sottolinea il presidente Gabriele Melluso.
Che prosegue: “Questo significa che solo per mettere il cibo in tavola una famiglia con due figli si ritrova oggi a spendere 474 euro in più su base annua. Sul fronte dei prezzi è quindi ancora crisi nera, e il governo deve studiare misure di contrasto come il paniere anti-inflazione attuato lo scorso anno, in modo da tutelare i redditi delle famiglie e sostenere la spesa contrastando la crescita dei listini al dettaglio”. Paniere, ricordiamo, che è stato cancellato dopo il fallimento della sperimentazione di tre mesi. E che, peraltro, potrebbe aver inciso su un nuovo rialzo dei prezzi da quando gli sconti (che non hanno prodotto alcun vantaggio contro l’inflazione) sono stati cancellati.
Sull’inflazione il disastro del governo: il carrello tricolore non è servito a niente
Chiede un intervento del governo anche Carlo Rienzi, presidente del Codacons, che denuncia il rischio di “speculazioni” sui listini. “In un solo mese i prezzi dei prodotti alimentari e bevande analcoliche sono aumentati del +0,9%, un segnale estremamente preoccupante trattandosi di beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno”, sottolinea Rienzi.
Per l’Unione nazionale consumatori ciò che deve allarmare è l’aumento su base mensile, di segno “opposto rispetto al calo di novembre”. E soprattutto è preoccupante “il balzo mensile dello 0,9% dei prodotti alimentari e le bevande analcoliche, tre volte tanto il +0,3% di dicembre”.
Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, sottolinea che “per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, l’inflazione dei prodotti alimentari, significa dover spendere 474 euro in più su base annua per mangiare e bere, cifra pari a 430 euro per una coppia con un figlio e che sale a 563 euro per una coppia con 3 figli. Per questo il Governo dovrebbe intervenire con accordi di filiera per tutti quei prodotti che stanno registrando rincari anomali e ingiustificati”.
Insomma, c’è una certezza: il carrello tricolore del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è stato un completo fallimento. Quando era in vigore, da ottobre a dicembre, invece di ridurre i prezzi dei prodotti alimentari ha invece portato un aumento, nonostante l’inflazione fosse in calo. E a gennaio, una volta cancellato, è persino arrivato un mega-balzo dei prezzi di queste stesse merci. Come a dire che forse qualcuno ci ha pure guadagnato rialzando i prezzi senza mai averli abbassati prima.