Sulle pensioni è caos totale: retromarcia dell’Inps, ma la stretta sui requisiti ci sarà

Sulle pensioni è caos: l'Inps blocca il simulatore e cancella la stretta sui requisiti. Ma l'innalzamento della soglia resta probabile.

Sulle pensioni è caos totale: retromarcia dell’Inps, ma la stretta sui requisiti ci sarà

La marcia indietro c’è stata. Ma è servita solo per rimediare a una mezza figuraccia. Perché in realtà è probabile che la stretta sui requisiti per andare in pensione arrivi presto. Solo una questione di tempo, quindi. Salvo un intervento politico che la Lega promette ma che è tutt’altro che scontato. L’Inps, dopo la denuncia della Cgil, ha smentito l’innalzamento della soglia per andare in pensione ma ha poi dovuto sospendere il servizio di simulazione dell’uscita dal lavoro e aggiornarlo eliminando i nuovi requisiti. Ammettendo, in sostanza, che la denuncia della Cgil era fondata.

Ma la smentita non basta perché l’aumento delle soglie è comunque previsto, salvo un intervento legislativo in direzione opposta. In ogni caso ancora non è ufficiale e non lo sarà fino a quando non arriverà il decreto ministeriale che confermerà i nuovi requisiti. Decreto che a oggi non esiste. Era stata la Cgil a spiegare che l’Inps negli applicativi ha già previsto l’adeguamento all’aspettativa di vita che fa scattare, dal 2027, la necessità di tre mesi in più sia per l’uscita anticipata con i contributi che per la pensione di vecchiaia. L’istituto di previdenza ha smentito, negando l’applicazione dei nuovi requisiti e parlando di certificazioni “redatte in base alla tabelle attualmente pubblicate”.

Pensioni, serve il decreto del governo. E la Lega promette battaglia

In effetti l’adeguamento non può esserci senza il provvedimento del governo che lo ufficializza. Ma, secondo le proiezioni dell’Istat, l’adeguamento ci sarà. Nonostante c’è chi, come il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, assicura che il suo partito farà di tutto per scongiurare questa ipotesi: “Abbiamo tutto il tempo per trovare soluzioni”, garantisce, ma senza poter escludere del tutto questa possibilità. Anche perché al governo non c’è solo la Lega e, inoltre, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già mostrato tutta la sua prudenza in tema di pensioni, anche nell’ultima manovra. Forza Italia, con Raffaele Nevi, assicura che “le scelte non le fanno i tecnici, le fa la politica”. Ma nessuna rassicurazione: “Vedremo, ne discuteremo. Se ne parlerà all’interno della maggioranza”.

I vecchi e i nuovi requisiti

A oggi si può accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi, con un anno in meno per le donne. Per la pensione di vecchiaia servono invece 67 anni di età. Con gli aggiornamenti, poi cancellati, dell’Inps dal 2027 servirebbero tre mesi in più in entrambe le opzioni. L’Inps ha quindi bloccato il simulatore, aggiornandolo e facendo ripartire nel pomeriggio di ieri, eliminando i tre mesi aggiuntivi. Anche perché i requisiti per ora restano bloccati fino a fine 2026: per le pensioni anticipate è la manovra 2019 a prevederlo, per le pensioni di vecchiaia invece gli aumenti sono congelati perché non è aumentata la speranza di vita in questi anni, complice anche il Covid. Tuttavia secondo le proiezioni dell’Istat l’aumento è quasi certo. Ma prima di applicarlo è necessaria una decisione dei ministeri dell’Economia e del Lavoro.