Matteo Hallissey è stato il più giovane segretario dei Radicali Italiani e dalla scorsa domenica ne è presidente. Nel Congresso del partito, che si è svolto a Torino dal 6 all’8 dicembre, sono stati rinnovati i vertici. A restare invariata sembra essere la linea programmatica e l’assetto valoriale che conferma la centralità del rilancio del federalismo europeo e le battaglie per i diritti civili.
Hallissey, la tre giorni torinese ha visto l’elezione del ventiquattrenne Filippo Blengino come nuovo segretario. In un momento storico in cui la politica sembra essere poco attrattiva per i giovani, quale il segreto dei Radicali per intercettarne tanti? A partire dal suo “organigramma”…
“Il Congresso ha deciso di dare fiducia a questa dirigenza che viene confermata, con questo cambio di ruolo per tutti e tre. Uno degli obiettivi che abbiamo portato avanti negli scorsi mesi è sicuramente quello della partecipazione delle giovani generazioni alla politica, in prima persona e senza paternalismi. Lo abbiamo fatto a partire da “Giovani un Cazzo”, un tour nelle università promosso all’inizio dello scorso anno proprio per confrontarci con giovani e studenti in merito ai loro problemi, dalla salute mentale al caro affitti, passando per il rapporto, spesso difficile, con il mondo del lavoro. L’esperimento ha funzionato, visto che quest’anno metà degli iscritti a Radicali Italiani sono under 28”.
Tanti i nomi di grande caratura nazionale e internazionale che si sono succeduti sul palco congressuale o che sono intervenuti in collegamento. Penso all’attivista georgiana che ha messo in allerta sui rischi della propaganda nell’orientare e manipolare il voto. Il sistema democratico è in pericolo?
“Decine di testimonianze e interventi tra esperti e rappresentanti di forze politiche e associazioni, oltre al racconto di chi ha vissuto e vive sulla propria pelle i temi di cui parliamo. Durante il Congresso, intitolato proprio alla “Democrazia Liberale senza confini”, abbiamo discusso della doppia minaccia di oggi: i regimi apertamente contro lo Stato di Diritto e la democrazia, affiancati dalla propaganda e disinformazione di chi promuove le idee illiberali proprio qui, a casa nostra, inserendosi nel dibattito occidentale. Anche per questo abbiamo realizzato la campagna “Stop propaganda russa” di denuncia della disinformazione online del Cremlino, che inquina il dibattito pubblico”.
Vi dichiarate contro i populismi di destra e di sinistra. Ci spiega meglio? Magari con degli esempi e dei nomi chiari.
“Il centrodestra ha mostrato in questi anni di governo di sapere soltanto aumentare reati e alzare le pene, senza offrire soluzioni serie ai cittadini. Anche a sinistra, però, l’agenda politica di forze come il Movimento 5 Stelle è populista e molto lontana dalla nostra su tanti temi, a partire dal punto centrale, per i Radicali, della difesa del popolo ucraino. Per non parlare di tutti quei problemi che nessuno vuole affrontare, a partire dal sistema corporativo italiano. Su categorie come taxi e balneari buona parte della politica italiana ha paura di intervenire. Noi, invece, abbiamo fatto di questi temi un pilastro della nostra azione. Se non si smantellano le corporazioni che chiudono interi mercati e danneggiano i cittadini, c’è poco da fare”.
Tema che storicamente vi vede coinvolti in battaglie pubbliche: la situazione delle carceri italiane. Il rispetto della Costituzione e dello Stato di diritto sono garantiti nel nostro Paese per i detenuti e per gli agenti che lavorano negli istituti penitenziari?
“Le politiche criminogene del governo Meloni continuano a ledere profondamente il significato dello Stato di Diritto. A suon di reati, le nostre carceri sono sempre più intasate. Lo abbiamo visto nelle decine di visite fatte quest’anno in tutta Italia. E nemmeno davanti al sovraffollamento folle e al record di suicidi il governo interviene. Per questo abbiamo denunciato più volte il ministro Nordio per tortura dopo le nostre visite in carcere. Avvieremo una campagna, in particolare, rivolta agli istituti minorili, che dopo il decreto Caivano hanno visto raddoppiare gli ingressi”.
Cosa pensa del ddl Sicurezza che tanto sta mobilitando i giovani a scendere nelle piazze italiane? Pensa sia in pericolo la libera espressione del dissenso?
“A proposito di populismo, il ddl Sicurezza è un condensato di tutte le aspirazioni repressive di questo governo. Aumenti delle pene, armi fuori servizio, il reato di resistenza passiva per chi protesta in carcere e nei Cpr, la chiusura del mercato della cannabis light, le misure sulle detenute madri: insomma, un concentrato di assurdità. Noi siamo pronti a sostenere e organizzare manifestazioni, ma anche a nuove disobbedienze civili”.
Dal palco si è tornati a parlare anche di matrimonio egualitario. Per l’attuale governo non è certamente una priorità…
“Tutti i temi legati alla comunità LGBT sono dimenticati, se non osteggiati, da questa maggioranza. Le forze di opposizione, già ree di non aver fatto abbastanza quando facevano parte di precedenti esecutivi, anche su priorità come queste dovrebbero essere chiari e promuovere insieme iniziative e proposte di legge. Noi, come sempre, faremo da pungolo”.