Sull’Autonomia i 5S invocano il Colle. “Rinviare la legge al Parlamento”

La riforma dell’Autonomia differenziata bocciata dai leghisti e dai forzisti calabresi. Critiche pure dalla Chiesa, dall’Europa e da Libera.

Sull’Autonomia i 5S invocano il Colle. “Rinviare la legge al Parlamento”

Non piace alle opposizioni, non piace alla Chiesa, non piace all’Europa, non piace ai sindacati, non piace ai leghisti calabresi e non piace agli azzurri di Forza Italia. Praticamente la riforma dell’Autonomia differenziata piace solo a Matteo Salvini e ai governatori del Nord del Carroccio.

La riforma dell’Autonomia differenziata bocciata dai leghisti e dai forzisti calabresi. Critiche pure dalla Chiesa, dall’Europa e da Libera

Mentre la premier Giorgia Meloni la benedice solo in nome del baratto col premierato. Reduci dalla prova della piazza, con la manifestazione a Roma contro le riforme, le opposizioni hanno annunciato una raccolta firme per il referendum abrogativo. Stavolta il campo largo al completo: Pd, M5s, Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa con le inedite adesioni di Azione e di Italia viva.

La rcihiesta del M5S sull’Autonomia differenziata a Mattarella

E nel frattempo i capigruppo M5S di Camera e Senato, Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli, scrivono una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella sull’Autonomia differenziata in cui lo pregano di “voler valutare l’opportunità di esercitare la sua prerogativa costituzionale” di “rinvio presidenziale di cui all’articolo 74 della Costituzione”.

La norma consente al presidente, prima di promulgare la legge, con messaggio motivato alle Camere, di chiedere una nuova deliberazione. Secondo i 5S “la riforma Spacca-Italia ha preso corpo attraverso una legge ordinaria con la quale si pretende di scardinare l’assetto costituzionale”.

La riforma è passata con 172 sì, ma senza i voti dei tre deputati calabresi di Forza Italia: Francesco Cannizzaro, Giuseppe Mangialavori e Giovanni Arruzzolo ci hanno tenuto a far sapere di non aver contribuito all’approvazione della riforma.

Mentre il governatore azzurro della Calabria, Roberto Occhiuto, è tornato a manifestare il suo malcontento. “Penso che il centrodestra rischi adesso un boomerang elettorale non solo al Sud ma anche al Nord. Da governatore farò di tutto per difendere la mia terra e i miei cittadini”, ha detto.

Per Occhiuto “di notte e in fretta è stata votata la legge per dare un contentino a una forza politica di maggioranza”.

Protestano anche i leghisti calabresi. Pollice verso della Chiesa e dell’Europa

Ma a protestare sono anche i leghisti calabresi. “Ribadisco la mia perplessità per l’approvazione della legge sull’autonomia differenziata, che è solo un pennacchio per qualcuno e che, così com’è, non tutela il nostro territorio”, ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, della Lega.

Critico il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei: “Quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio”. E il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin: “L’Autonomia differenziata sia attuata in maniera tale da non creare ulteriori squilibri”.

E poi è arrivata la bocciatura della Commissione europea. “La devolution di ulteriori competenze alle regioni italiane comporta rischi per la coesione e le finanze pubbliche del Paese”, ma vi sono anche rischi di aumento delle “disuguaglianze tra le regioni”. E’ quanto si legge in un documento di lavoro della Commissione Ue sull’Italia redatto nell’ambito delle raccomandazioni sulle politiche economiche, sociali, occupazionali, strutturali e di bilancio.

“Con la riforma la garanzia dei diritti sul territorio nazionale è ad alto rischio, aumenterebbero le disuguaglianze, si renderebbe più incerto il diritto alla salute , al lavoro, alla mobilità, all’accesso ai servizi e all’ambiente. E quando impoverisci i territori, non offri politiche sociali, quando frantumi tutto e scarichi i problemi sui poteri locali le mafie sanno approfittare molto bene di quei vuoti. Ce lo insegna la storia. Nelle zone più fragili devi investire di più, non il contrario. Devi creare più servizi, devi dargli più attenzione se non vuoi che crescano le mafie”, commenta invece Libera.