Omaggiando Borsellino, Meloni ha detto che la lotta alla mafia del suo governo viene fatta in suo nome. Valentina D’Orso, capogruppo M5S in commissione Giustizia della Camera, il compianto magistrato sarebbe felice?
“Ho troppo rispetto per il giudice Borsellino e per i suoi insegnamenti per dire cosa penserebbe lui, non voglio strumentalizzarlo come invece fanno da anni Giorgia Meloni e Fdi. Posso dire cosa penso io, ma soprattutto tanti esperti della materia in Italia: il governo Meloni sta indebolendo gli strumenti per il contrasto ai reati contro la Pa, cioè la cassetta degli attrezzi con cui le mafie affariste infiltrano gli uffici pubblici e l’economia legale, le armi con cui mettono le mani sugli appalti. Ad esempio, stanno abolendo l’abuso d’ufficio, lasciando così i cittadini indifesi di fronte agli abusi di potere. Altre misure scellerate volute dal centrodestra rendono molto meno efficace la lotta alla corruzione. Si pensi alla guerra dichiarata dal governo alle intercettazioni, lo strumento principe del contrasto a corrotti e corruttori. Le mafie del terzo millennio non sono quelle con la lupara, hanno il volto dei colletti bianchi, dei comitati del malaffare. Ma se vogliamo stare alla normativa antimafia in senso stretto, con il suo primo provvedimento, questo governo ha indebolito il cosiddetto ergastolo ostativo, rendendo più conveniente, per accedere ai benefici penitenziari, il silenzio e l’omertà piuttosto che la collaborazione con la giustizia”.
Cosa la preoccupa di più nella riforma di Nordio?
“Quello che preoccupa chiunque abbia a cuore la legalità e la giustizia sociale in Italia, è il disegno complessivo di questo governo, la controriforma dell’ingiustizia targata Meloni-Nordio: una giustizia di classe, indulgente e comprensiva verso i reati dei potenti e spietata con gli ultimi al solo scopo di fare propaganda sul presunto pugno di ferro. Ma non è solo la Giustizia a pagarne le conseguenze: così si impoverisce la democrazia”.
Separazione delle carriere e test psicoattitudinali. È una riforma punitiva per le toghe?
“Sicuramente questo governo è insofferente a qualsiasi controllo di legalità e quindi tende ad ostacolare o a screditare l’operato di chi quel controllo esercita. Anche la separazione delle carriere si inserisce in quel disegno generale dell’ingiustizia che ho esposto in precedenza”.