Forse la riforma della cittadinanza non scalda gli elettori di centrodestra ma sicuramente l’idea piace al mondo cattolico. Ed è a quel mondo che il vicepremier, ministro e leader di Forza Italia, si è rivolto ieri parlando al meeting di Rimini. Antonio Tajani, dopo aver ribadito che sullo ius scholae ognuno ha diritto di dire la propria opinione come su altri punti che non sono nel programma di governo, e che dunque “io non impongo niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualche cosa a me, quindi sono libero di parlare”, ha ribadito che la riforma della cittadinanza per il suo partito è necessaria.
I paletti di Tajani sulla riforma della cittadinanza
“Essere italiano, essere europeo, ed essere patriota non è legato a sette generazioni, ma a quello che sei tu”, ha detto il vicepremier. “Non sono né un pericoloso sovversivo né un estremista di sinistra, ma dico che bisogna guardare alla realtà per quella che è. Io insisto sulla formazione, sull’identità, sulla cultura, perché se tu accetti di essere europeo nella sostanza, sei italiano ed europeo non perché hai la pelle bianca, gialla, rossa o verde, ma perché dentro di te hai quelle convinzioni, perché vivi quei valori”, ha affermato Tajani.
Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della Vita, accanto a Tajani sul palco di Cl, ha esclamato: “Viva lo Ius Scholae!”.
Il muro di FdI e Lega
In mattinata, per FdI, aveva parlato il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti. Che come un disco rotto va ripetendo, alla pari dei leghisti, che l’argomento “non è nel programma di governo e non c’è neanche nei programmi dei partiti”. La Lega intanto alza il tiro e sui social posta un video in cui Silvio Berlusconi diceva no allo ius soli ed esprimeva dubbi sullo isu scholae.
“Non faccio polemiche. Credo di conoscere bene il pensiero di Berlusconi e non credo che Berlusconi debba essere utilizzato per fare polemiche politiche. Io non ho fatto e non intendo fare polemica politica con nessuno. So quello che diceva Berlusconi e lui si riferiva a un percorso di studi di 5 anni. Noi diciamo che serve un corso di studio completo, quindi la scuola dell’obbligo fino a 16 anni con il raggiungimento del titolo. Questa è una linea che garantisce molta più integrazione di quella prevista dalla legge attuale”, replica Tajani.