Doccia fredda per le famiglie omogenitoriali italiane. Con una decisione davvero inaspettata, la Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha dichiarato inammissibili una serie di ricorsi contro l’Italia presentati da coppie dello stesso sesso che chiedevano di condannare il Paese perché non permette di trascrivere all’anagrafe gli atti di nascita legalmente riconosciuti all’estero per bambini nati usando la maternità surrogata.
La stessa decisione è stata presa anche per il ricorso di una coppia eterosessuale. Secondo quanto spiegato dalla Corte in una nota, le ragioni dietro a questo rigetto derivano dal fatto che “il desiderio delle coppie di veder riconosciuto un legame tra i bambini e i loro genitori intenzionali non si è scontrato con un’impossibilità generale e assoluta, dal momento che avevano a disposizione l’opzione dell’adozione e non l’avevano utilizzata”.
Sulla maternità surrogata arriva la doccia fredda per le famiglie italiane
Il problema è che la soluzione prospettata dai giudici di Strasburgo non sembra tenere conto delle numerose criticità del nostro Paese dove per portare a termine una simile procedura sono necessari mediamente 4 anni.
A commentare la decisione dei giudici è intervenuta Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera. Secondo lei: “La sentenza della Corte europea di Strasburgo deve far riflettere tutte e tutti. Come ogni atto giuridico ha la sua complessità che va attentamente approfondita. Intanto è interessante la prospettiva che indica: ogni donna e ogni uomo, ogni coppia, di qualsiasi sesso, possono aspirare ad essere mamme e papà attraverso la via dell’adozione”.
La soddisfazione delle destre
Di tutt’altro parere la vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Augusta Montaruli. Secondo la meloniana “la Corte Europea dei diritti dell’Uomo ribadisce la legittimità dell’Italia a rifiutare la trascrizione del rapporto di filiazione riconosciuto all’estero a causa dell’accesso a una pratica vietata nella nostra nazione”.
“Una sentenza importante quella della Cedu che ci soddisfa in pieno, soprattutto nelle motivazioni che ricalcano quanto il governo Meloni sta ripetendo da mesi sia sulla legittimità del divieto di utero in affitto, sia nella illegittimità dei registri delle coppie cd omogenitoriali. La possibilità di optare per l’adozione del figlio del partner che è genitore biologico non è negata perché in quel caso prevale il diritto del minore a veder mantenuto il rapporto affettivo già consolidato senza che si violi il proprio diritto al legame con il genitore biologico” conclude Montarulli.
Se non altro dopo la decisione della Corte Ue e davanti alle proteste, la ministra alla Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella a La Confessione di Peter Gomez in onda su Nove ha fatto sapere che “dovremo pensare a una sorta di sanatoria una volta che ci sarà la nuova legge per la perseguibilità dell’utero in affitto, anche per chi lo fa all’estero, visto che in Italia è già vietato per fortuna. Io penso che sia utile introdurre una soluzione legale che non sia un modo di aggirare le leggi per i bambini nati fin qui”