Esattamente come avviene con i numeri sul mercato del lavoro, anche sul Piano di ripresa e resilienza Giorgia Meloni vanta primati che esistono solo nella propaganda del governo. Sull’occupazione la premier ignora i dati sui salari da fame e sul Pnrr ignora i ritardi.
“La sesta Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza conferma il primato europeo dell’Italia nella sua realizzazione, per numero di obiettivi conseguiti, per risorse complessive ricevute e per numero di richieste di pagamento formalizzate e incassate”, scrive la presidente del Consiglio nella premessa.
Lo stesso governo certifica i ritardi: speso il 52% dei fondi ricevuti
Eppure lo stesso ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti, alla Cabina di regia sul Pnrr , illustrando la relazione, attesta che la spesa al 31 dicembre 2024 si è fermata a quota 63,9 miliardi di euro, superando di poco il 52% delle risorse finora ricevute. Che non ci sembra un gran risultato considerando che la scadenza del piano è fissata al 2026.
I ritardi sono stati messi nero su bianco dalla Ragioneria generale dello Stato. Ritardi che, come anticipato da Repubblica, porteranno il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a chiedere all’Europa il rinvio di un anno, al 2027, della scadenza del Piano.
La stessa Corte dei Conti evidenzia come permangano alcune criticità che richiedono attenzione costante e interventi mirati, soprattutto in vista della scadenza del Piano fissata a giugno 2026.
La richiesta delle opposizioni: la premier in Parlamento riferisca sul Pnrr
Tanto che le opposizioni, per una volta tutti i partiti, chiedono a Meloni di riferire in Aula. A intervenire sono stati parlamentari di Pd, M5s, Avs, Azione e Iv. “Il Pnrr è una straordinaria opportunità di futuro per l’Italia e fa male vedere come l’incompetenza del governo di Giorgia Meloni la stia sprecando, come conferma la relazione della Corte dei Conti. I ritardi e le maggiori criticità sono proprio lì dove il Pnrr serve di più, ovvero nelle azioni di riduzione delle disuguaglianze, come il welfare, la sanità pubblica, l’istruzione”, dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein.
“Sia la Corte dei conti sia la Ragioneria generale dello Stato hanno certificato i ritardi e, da quanto apprendiamo ora dalla stampa, il ministro dell’Economia Giorgetti sembra intenzionato a chiedere di prorogare la scadenza del Piano al 2027 proprio a causa dei ritardi accumulati, frutto anche delle molteplici revisioni fin qui operate dal Governo. Ritardi che rendono impossibile spendere tutte le risorse mancanti entro il prossimo anno. Le responsabilità del Governo in questo senso sono evidenti; un Governo formato da forze che, quando erano all’opposizione, dileggiavano i 209 miliardi conquistati in Europa dal presidente Conte e dal M5S. Vogliamo sperare che dietro tali ritardi non si nasconda l’intenzione di buttare a mare questa grande opportunità: sarebbe imperdonabile. Dalla presidente del Consiglio ci aspettiamo parole di chiarezza”, ha detto il pentastellato Gianmauro Dell’Olio.
“La realtà dei fatti – spiega da Avs Angelo Bonelli – è che il governo Meloni naviga nel caos ma usa la propaganda e le bugie per coprire il suo disastro: da un lato il ministro Foti cerca di rassicurare tutti dicendo che va tutto bene, dall’altro il ministro Giorgetti chiede alla Commissione europea una proroga al 2027 per i progetti in ritardo. La destra sta trasformando il Pnrr in un fallimento totale”.
“L’Italia – ha detto Giulio Cesare Sottanelli di Azione – aspetta per essere competitiva. Se non riuscissimo a spendere questi soldi nei tempi e nei modi dovuti, ovviamente, sarebbe un ulteriore danno per il nostro Paese, che non ci vogliamo e non ci possiamo permettere”.
“Anche noi ci associamo alla richiesta – ha detto Maria Chiara Gadda (Iv) – perché rischiamo di fare non debito buono ma debito cattivo per cui è bene che si faccia un chiarimento sullo stato di avanzamento del Pnrr”.