Basta col terrorismo ecologico e i talebani del clima. Torniamo al buon senso, per favore.
Marco Ricci
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Gentile lettore, quando non avevo ancora vent’anni d’età andavo in pieno agosto a sciare sui monti dell’Abruzzo. Oggi il ghiacciaio del Gran Sasso, l’unico a sud delle Alpi, si è sciolto e al suo posto ci sono canaloni pieni di pietrisco. Qualcosa è successo al clima e non può essere negato. Però la transizione verde è un problema che richiede le soluzioni giuste, non quelle sbagliate. Giuseppe Conte ha sintetizzato così: “Transizione verde, ma senza ridurci al verde”. E non solo in senso economico, ma anche nel senso di un cambio troppo brusco e insostenibile del nostro modo di vivere. Arrivare al 2030 con 100 città europee a “zero carne, zero automobili”, solo insalata e biciclette, è utopia. E siamo sicuri che l’auto elettrica sia una soluzione? Richiede una crescita gigantesca di produzione di elettricità e, per il cittadino, un grande aumento dei costi. In Uk, Paese che s’impoverisce a vista d’occhio, il premier Sunak ha annunciato che il divieto di vendere auto a benzina e diesel sarà ritardato dal 2030 al 2035, e subito il suo moribondo partito ha raccolto il 62% di consensi contro il 20% di contrari (sondaggio Deltapoll). In Olanda il premier Rutte aveva annunciato la chiusura coatta di 11.200 allevamenti, la soppressione di un terzo del bestiame e l’esproprio di vaste zone agricole da trasformare in riserve naturistiche. E per mangiare? Cibo sintetico fabbricato in Usa. Violente rivolte popolari e dimissioni di Rutte: si voterà a novembre. Prevedo grandi subbugli in tutta l’Europa.
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