Che fine hanno fatto i 771 ricorsi contro i tagli ai vitalizi? In Senato siamo all’impasse: dopo le dimissioni di Elvira Evangelista, vicepresidente M5S della Commissione contenziosa che deve giudicare sui ricorsi suddetti, a dimettersi dall’incarico è stato infatti anche l’altro componente targato M5S, Francesco Castiello. E con due senatori dimissionari su cinque – restano in carica solo il presidente, Giacomo Caliendo, Fi; il senatore leghista Simone Pillon; il supplente Giuseppe Cucca, Italia Viva – la commissione è praticamente paralizzata. Né basta a far ripartire i lavori la presenza dei due membri esterni, l’ex procuratore di Terni Cesare Martellino e l’avvocato Alessandro Mattoni, ex presidente dell’Unione camere penali a Tivoli.
CASUS BELLI. Anzi, proprio la presenza di Martellino è stata il casus belli. Insieme a Caliendo, come rivelato proprio dalla Notizia, è vecchio amico e sodale di uno dei ricorrenti contro il taglio all’assegno per gli ex onorevoli: Nitto Palma, Fi, ex ministro della Giustizia e oggi capo di gabinetto della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Un bel conflitto d’interessi. Aggravato dal fatto che è stata proprio la presidente, a norma del regolamento di Palazzo Madama, a nominare a inizio legislatura tutti i membri della commissione. “Uno strano giro di amicizie che ci preoccupa rispetto all’imparzialità del giudizio”,aveva constatato la vice presidente M5S del Senato, Paola Taverna, dopo la pubblicazione della notizia sul nostro giornale e la chiamata alle armi del Blog delle stelle.
E quindi, dimissioni numero uno: “Il clima venutosi a creare in relazione all’esame dei ricorsi sui vitalizi è tale da non garantirmi la dovuta serenità per un giudizio così delicato”, ha annunciato la Evangelista il 4 novembre, poco prima dell’inizio della seduta in cui la commissione avrebbe dovuto esaminare i ricorsi, scesi nel frattempo da 772 a 771 dopo il ritiro da parte di Nitto Palma (un ritiro che, in ogni caso, non gli impedirebbe di beneficiare di un’eventuale sentenza a favore di altri ricorrenti).
A seguire, la fuga di Castiello: probabilmente ignaro delle dimissioni presentate dalla collega, quello stesso 4 novembre si è presentato su invito del presidente Caliendo in Contenziosa. Giusto il tempo di consentire, grazie alla sua fondamentale presenza, alla commissione di dare il via libera, in via cautelare e in attesa della decisione di merito, a una sorta di “vitalizio di cittadinanza” da 700 euro al mese per Roberto Formigoni, l’ex governatore lombardo condannato per corruzione e ora, secondo i suoi legali, ridotto all’indigenza. Poi l’avvocato-senatore M5S ha consegnato il suo addio.
CUORE DI MAMMA. Ora la grana ritorna sullo stesso tavolo da cui era partita, quello di lady Casellati, che dovrà trovare due nuovi senatori disposti a far parte di una giuria che non finisce di rivelare amicizie e sorprese: anche tra i due membri supplenti, nominati sempre dalla presidente, il conflitto di interessi infatti non manca. L’avvocato matrimonialista Marianna De Cinque, per esempio. Non solo è amica dell’ex segretario generale del Senato Antonio Malaschini, ma è anche figlia di Germano De Cinque, vecchio parlamentare della Dc abruzzese, corrente Remo Gaspari. L’ex senatore è scomparso nello scorso luglio lasciando, dopo 5 legislature tra Camera e Senato ai tempi della Prima Repubblica, un discreto vitalizio alla vedova. E con che cuore una figlia potrebbe mai tagliare la pensione a mammà?