C’è una sinistra (e un pezzo di Pd) che nelle prossime regionali si sta organizzando per andare con il M5S. Al di là degli accordi (impossibili nel Lazio e difficilissimi in Lombardia, secondo fonti pentastellate) con il Partito democratico si sta consolidando una compagine di politici che considerano i grillini l’unico polo intorno al quale costruire un’alleanza.
C’è vita a sinistra. Mentre nel Lazio ci si muove per il “polo progressista” intorno al M5S anche in Lombardia si colgono segnali simili
È di qualche settimana fa l’iniziativa lanciata da Stefano Fassina per costruire “una rete progressista” intorno a Giuseppe Conte alternativa alle destra ma capace anche di “sottrarsi all’egemonia del Pd” caratterizzandosi per il No alla guerra e col primato della questione sociale. L’assemblea dei sottoscrittori della lettera “verso il polo progressista”, promossa tra gli altri dallo stesso Fassina, Loredana De Petris, Alfonso Pecoraro Scanio, Eugenio Mazzarella, Claudio Grassi, Pina Fasciani, Paolo Cento e Maurizio Brotini ha approvato un ordine del giorno per costituire “Coordinamento 2050”, un’associazione civica, ecologista e di sinistra a cui ha partecipato anche Conte.
“Coordinamento 2050, con autonomia politica ed organizzativa, ma senza velleità di fondare l’ennesimo partitino, avvia una relazione politica con il Movimento 5 Stelle… al fine di promuovere un credibile polo progressista, adeguato alle sfide per il governo di Comuni, Regioni e dell’Italia”, si legge nel comunicato che ne sancisce la nascita. La strada parallela al Movimento potrebbe essere sperimentata già nelle prossime elezioni regionali del Lazio, dove il Pd e il Terzo polo hanno siglato il patto elettorale convergendo sul nome di D’Amato. è molto probabile quindi che la lista M5S possa essere affiancata da una lista della “sinistra” romana o che comunque si arrivi a un accordo politico in altre forme.
Mentre nel Lazio ci si muove per il “polo progressista” intorno al M5S anche in Lombardia si colgono segnali simili. Gli ex “arancioni” di sinistra che permisero a Giuliano Pisapia di sconfiggere Letizia Moratti durante le comunali di Milano nel 2011 si stanno infatti organizzando per dialogare con i 5S, nel caso in cui non corra con la coalizione guidata dal Pd, per proporre un’iniziativa politica che li veda affiancati alla lista 5 Stelle. Si tratta di attivisti (e eletti a livello comunale e regionale) che non si riconoscono nella linea del Pd e che in alcuni casi non hanno seguito la segreteria di Nicola Fratoianni in Sinistra Italiana.
Anche loro, come nel caso dei “laziali”, affermano che solo il Movimento 5 Stelle si sia occupato dei temi fondanti della sinistra (dal Reddito di cittadinanza all’attenzione per il lavoro) e nonostante non condividano tutto dei grillini vedono lì il polo naturale da costruire per capovolgere le politiche di Regione Lombardia e per portare un reale cambiamento. L’avvicinamento è stato costruito nelle ultime settimane e la possibilità che si tramuti in un’alleanza politica è data per probabile. Un Movimento 5 Stelle striato di “arancione” che inaspettatamente potrebbe ripescare volti e nomi di una campagna elettorale storica e che potrebbe tornare molto utile al partito di Conte per pescare voti anche dove fino a qualche mese fa sarebbe stato impossibile immaginare di trovarli.