“Gravi, ricorrenti e diffuse violazioni dei diritti alle frontiere e sui migranti non vengono adeguatamente indagate” dalle autorità degli Stati membri dell’Unione europea. E’ quanto si legge nel rapporto “Guidance on investigating reported ill-treatment at borders” diffuso oggi dall’Agenzia dell’Ue per i diritti fondamentali (Fra). “Le vittime raramente presentano denunce contro le forze dell’ordine per sfiducia nelle autorità, timore di ritorsioni o scarsa conoscenza delle procedure disponibili. Anche le indagini sugli incidenti sono difficili perché le prove sono scarse, soprattutto quando le violazioni si verificano in aree remote o di notte”.
“Le indagini spesso mancano di indipendenza, non sono approfondite, richiedono troppo tempo e raramente coinvolgono le vittime”, recita la nota diffusa dall’agenzia Ue, secondo cui “un numero crescente di casi sta arrivando alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha chiamato in causa gli Stati membri per le indagini inefficaci sui maltrattamenti e sui decessi alle frontiere”.
Sui migranti e le violazioni dei diritti alle frontiere, gli Stati europei chiudono un occhio. Lo denuncia l’Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali
“Ci sono troppe accuse di violazioni dei diritti umani ai confini dell’Ue”, ha commentato il direttore della Fra, Sirpa Rautio, aggiungendo: “L’Europa ha il dovere di trattare tutti ai confini in modo equo, rispettoso e nel pieno rispetto delle leggi sui diritti umani. Questo richiede pratiche di gestione delle frontiere efficaci e rispettose dei diritti, supportate da indagini forti e indipendenti su tutti gli episodi di violazione dei diritti”.
Nella nota si precisa che il rapporto ha esaminato le indagini disciplinari e penali condotte sulle violazioni dei diritti contro migranti e rifugiati ai confini terrestri e marittimi esterni dell’Ue tra il 2020 e il 2023. Il documento copre accuse di mancato soccorso di persone in difficoltà, maltrattamenti fisici e altre forme di trattamento inumano e degradante che mettono a rischio la vita e l’integrità fisica dei migranti. Il rapporto non copre le procedure amministrative relative all’asilo o al rimpatrio e all’incapacità di indirizzare i richiedenti asilo verso le appropriate procedure.