Gas e armi. Sono due delle leve che utilizzerà Giorgia Meloni con Donald Trump, nel previsto incontro di domani, per tentare di strappare una pacca sulla spalla da parte del presidente americano e qualche complimento per aver recitato la parte di pontiere tra Europa e Usa.
Ma, come abbiamo già ricordato più volte su questo giornale, nessuno da Bruxelles le ha dato mandato a trattare. Anzi la Commissione Ue ha ricordato che, benché qualsiasi contatto con gli Usa sia ben venuto, la trattativa è di competenza europea.
Non a caso il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic è volato a Washington qualche giorno fa. Senza peraltro ottenere grandi successi.
Pochi progressi tra Europa e Usa sui dazi
L’Ue e gli Stati Uniti hanno fatto pochi progressi nel colmare le differenze sul commercio e i funzionari americani hanno indicato che la maggior parte dei dazi sull’Ue non saranno rimossi immediatamente. Lo ha riportato ieri l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali gli Stati Uniti avrebbero finora respinto la proposta dell’Ue sulla rimozione di tutte le tariffe sui beni industriali, incluse le auto.
“È un momento difficile, vediamo come va nelle prossime ore”, ha detto la premier nel suo intervento alla cerimonia dei Premi Leonardo, a Villa Madama.
E riferendosi alla missione a Washington ha aggiunto con una punta d’ironia: “Non sento alcuna pressione come potete immaginare per i miei prossimi due giorni…”. E ancora: “Faremo del nostro meglio, sono consapevole di quello che rappresento e sono consapevole di quello che sto difendendo”, dice Meloni.
Meloni metterà sul tavolo l’acquisto di armi e gas per tentare di ammorbidire Trump
Dicevamo gas e armi. La Camera ha dato l’ok al decreto bollette. “Il problema è che il vero decreto bollette lo firmerà Meloni quando andrà da Trump e gli prometterà l’acquisto di gas liquido che ricadrà sulle tasche di cittadini e imprese italiane”, dice Riccardo Ricciardi, capogruppo alla Camera del M5S.
“In questo viaggio la premier vuole far vedere che è l’emissaria Ue da Trump, ma in realtà è l’emissaria di Trump che porterà in Europa quello che Trump vuole. Il gas liquido degli Stati Uniti lo pagheremo e lo pagheremo salato, così come pagheremo le commesse che dovremo alle industrie delle armi statunitensi”, conclude il pentastellato.
Il 17 Meloni è a Washington, il 18 riceverà Vance a Roma. “Non è un bene per l’Europa essere il vassallo permanente degli Stati Uniti in termini di sicurezza”, afferma il vicepresidente Usa, JD Vance.
La questione della difesa e il nodo del 2% del Pil
In particolare va capito in quale entità l’Italia può acquistare gas naturale liquefatto e armi dagli Stati Uniti. Ma sicuramente Meloni porterà in dote a Trump il 2% delle spese per la difesa sul Pil. Sul dossier Nato è in corso nel governo una ricognizione tecnica per individuare nuovi capitoli di spesa che si possono includere per arrivare alla quota del 2% rispetto al Pil, ad esempio la cybersicurezza.
I calcoli dovrebbero concludersi a breve, ma per raggiungere il risultato non è escluso che servano ulteriori stanziamenti.
“Siamo in attesa che Meloni voli a Washington a prendere nuove istruzioni. Avremo maggiori acquisti di gas americano, nuove commesse di armi e nel frattempo l’Italia è al collasso. Altro che sovranismo e patriottismo, è un governo senza coraggio”, ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte.
Ieri in serata Meloni ha convocato un vertice a cui hanno preso parte i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro della Difesa Guido Crosetto e quello degli Affari europei Tommaso Foti.
Fazzolari mette le mani avanti: viaggio ricco di insidie
Fazzolari mette le mani avanti. “Il viaggio non è facile sicuramente ed è ricco di insidie”, dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari.
Che ammette su Meloni: “Non ha un mandato dell’Ue a parlare per conto dell’Unione europea o per conto della Commissione, ma sappiamo tutti come i rapporti personali siano fondamentali”.