Si è conclusa ieri sera la prima fase dell’evacuazione degli italiani dal Sudan, colpito da un violento conflitto armato. Grazie a un’operazione coordinata dall’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri, “con assetti della Difesa e il supporto dell’intelligence”, sono stati messi in sicurezza oltre 100 connazionali, fra cui il personale diplomatico che si trovava a Khartoum.
Si è conclusa ieri sera la prima fase dell’evacuazione degli italiani dal Sudan, colpito da un violento conflitto armato
“Con il volo di un C130 dell’Aeronautica militare e un secondo volo di un AM400 spagnolo – ha riferito la Farnesina – sono stati trasferiti a Gibuti 105 cittadini italiani e 31 stranieri, fra cui cittadini portoghesi, australiani, greci, britannici, svedesi”.
Sin dalle prime notizie dei violenti scontri in Sudan, il 15 aprile, la Farnesina aveva attivato uno stretto coordinamento con la Presidenza del Consiglio, il Ministero della Difesa e le Agenzie di sicurezza per monitorare le situazione e valutare le opzioni “a tutela dei cittadini italiani, che sono stati contattati individualmente dall’Unità di Crisi per verificare le loro condizioni”.
Alle prime ore di domenica, i connazionali “sono stati fatti convergere presso la residenza dell’Ambasciatore d’Italia, Michele Tommasi. “Questi – ha riferito ancora il ministero degli Esteri – ha coordinato l’organizzazione del convoglio che ha raggiunto l’aeroporto di Wadi Seyydna, situato a circa 30 km a Nord della capitale sudanese, unica via di uscita aerea essendo lo scalo internazionale di Khartoum inagibile perché danneggiato dai combattimenti”.
“In raccordo con altri Paesi europei e alleati – aggiungono dalla Farnesina -, un ponte aereo internazionale ha permesso di raggiungere la base militare di Gibuti, dove i connazionali saranno ospitati. Il rimpatrio avrà luogo lunedì sera con volo dell’Aeronautica Militare. Il Ministro Tajani ha seguito direttamente la pianificazione e l’operazione di evacuazione in stretto contatto con il Presidente del Consiglio e il Ministro della Difesa”.
Meloni: “Tutti i nostri connazionali in Sudan che hanno chiesto di partire sono stati evacuati”
“Dopo una giornata di trepidante attesa – ha detto il premier Meloni -, tutti i nostri connazionali in Sudan che hanno chiesto di partire sono stati evacuati. Con loro ci sono anche cittadini stranieri. L’Italia non lascia nessuno indietro. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questa operazione così difficile, in piena zona di combattimento. Il mio plauso va al ministro degli Esteri Antonio Tajani e all’Unità di crisi della Farnesina, al ministro della Difesa Guido Crosetto, al Sottosegretario Alfredo Mantovano, al Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, al comandante del Covi, il generale Francesco Paolo Figliuolo, al nostro ambasciatore in Sudan, Michele Tommasi, ai Servizi di Sicurezza. Voglio rinnovare anche in questa occasione il mio appello alla fine della guerra – ha concluso il presidente del Consiglio -, all’apertura di un negoziato che conduca a un governo a trazione civile. Il Sudan ha bisogno di pace”.
“Stiamo evacuando tutti i cittadini italiani che hanno chiesto di lasciare il Sudan, e questo grazie alla collaborazione tra il ministero degli Esteri, della Difesa e l’intelligence, e anche grazie ai colloqui che abbiamo avuto con i leader delle due fazioni contrapposte. Il presidente del consiglio è costantemente informato e contiamo, se le cose andranno per il verso giusto, di avere i nostri connazionali domani in Italia” ha detto, ieri sera al Tg1 e al Tg2, il ministro degli Esteri Antonio Tajani.