Giallorossi contro gialloverdi; 26 punti programmatici di oggi contro i 30 della precedente esperienza M5S-Lega. Per carità: parliamo ancora di una bozza come hanno precisato gli esponenti del Partito democratico. è indubbio, però, che mancano solo dettagli dato che oggi Giuseppe Conte andrà al Quirinale per discutere con Sergio Mattarella non solo della squadra ma anche del programma di Governo. Ed è confrontando il vecchio contratto col nuovo che si scoprono alcune novità interessanti. A cominciare dalle “nuove generazioni”: nella bozza giallorossa circolata ieri il tema occupa un posto a dir poco preponderante. Bisogna investire, si legge, “al fine di garantire a tutti la possibilità di svolgere un percorso di crescita personale, sociale, culturale”.
Un passaggio non di poco conto se si pensa che, per dire, il tema dell’infanzia era totalmente assente nel precedente contratto. Altra importante novità riguarda il Sud: se nel patto con Matteo Salvini i pentastellati avevano calmierato l’esigenza di investire al Mezzogiorno, nei 26 punti giallorossi si legge che “va lanciato un piano straordinario di investimenti per la crescita e il lavoro al Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica”. Ma le novità riguardano anche altri aspetti: l’atteggiamento nei confronti dell’Europa è decisamente più “colloquiale”, a iniziare dal tema dei flussi migratori.
Se con Salvini si batteva pesantemente sui rimpatri, ora si legge che occorre una “forte risposta europea al problema della gestione dei flussi migratori”. Non solo: Salvini vedrà sgretolare i suoi criticatissimi decreti dato che “la disciplina in materia di sicurezza dovrà essere aggiornata seguendo le recenti osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica”. E ancora: a mettere a confronto i due programmi è evidente come l’atteggiamento in merito a conflitto d’interessi, lotta alle mafie e riforma della giustizia occupino un posto di rilievo e la stessa direzione sembra essere più chiara rispetto al passato.
Ragionamento uguale per quanto riguarda l’autonomia: se con i gialloverdi ovviamente il volere della Lega rivestiva un posto centrale, adesso l’indirizzo intrapreso mira a salvaguardare alcune competenze che resteranno centralizzate (“È necessario completare il processo di autonomia differenziata giusta e cooperativa, che salvaguardi il principio di coesione nazionale”). Ma probabilmente le più grandi novità sono le assolute new entry (e non scontate) di politiche specifiche per Roma e della revisione delle concessioni autostradali.
COSA NON C’E’. C’è da dire, però, che altri temi annunciati e presenti nel programma gialloverde, almeno per ora non sono previsti. Ha fatto discutere, per esempio, che tra i 26 punti programmatici non ci sia il benché minimo riferimento all’esigenza di intervenire sullo stop alla vendita di armi e sistemi militari ai Paesi in guerra, nonostante lo stesso Luigi Di Maio ne avesse parlato dopo il primo giro di consultazioni al Quirinale. Stesso discorso anche per la Rai: in quella stessa circostanza il capo politico dei 5 Stelle aveva parlato dell’esigenza di riformare la Tv di Stato rendendola simile alla BBC.
Ma, come detto, non c’è alcun riferimento a Viale Mazzini nei 26 punti. Siamo, tuttavia, in presenza di una bozza che sarà aggiornata nelle prossime ore e che manca della parte sostanziale: come verranno realizzati i punti programmatici che per ora sono soltanto titoli. E sarà fondamentale entrare nel dettaglio per evitare errori di “interpretazione” come accaduto in passato con la grana Tav.