Se questo è l’antipasto, Marco Minniti non può stare sereno. A pochi giorni dalla presentazione del Piano nazionale per l’integrazione che nell’ottica del ministro dell’Interno dovrebbe “garantire un’ordinata convivenza civile” fra italiani e immigrati anche grazie alla promozione di percorsi per l’accesso all’alloggio, con l’inclusione dei titolari di protezione internazionale nei piani di emergenza abitativa regionali e locali, Roma è stata teatro di scontri fra polizia e militanti di Forza Nuova. Bilancio: 5 arresti (per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale) e tre agenti feriti.
Il tutto è successo ieri mattina in via Giovanni Porzio (Corviale), quando i rappresentanti di FN si sono radunati per impedire lo sgombero di una famiglia italiana che occupava abusivamente un alloggio popolare assegnato a tre originari dell’Eritrea: padre, madre e un bambino. Al partito di Roberto Fiore si è unito il movimento Roma ai Romani, il cui leader, Giuliano Castellino, è finito in manette con altre 4 persone. “Il mondo in cui il sindaco di Roma Virginia Raggi e la Questura capitolina stanno affrontando una vera emergenza sociale – ha attaccato Fiore – equivale a soffiare sul fuoco per trasformare la protesta civile e silenziosa in protesta violenta”:
Secca la replica della Raggi. “Roma non farà mai nessun passo indietro davanti alla violenza neofascista – ha detto la sindaca – è inaccettabile e siamo vicini alla famiglia aggredita e agli agenti feriti”. FN e RAR non sono nuovi a episodi di questo tipo. Il 6 dicembre 2016 presero infatti di mira una famiglia marocchina destinataria di un alloggio popolare a San Basilio mentre un mese e mezzo dopo toccò a una coppia di egiziani con 5 figli al trullo. Il rischio è che non sia finita qui.