“E’ in atto un dumping salariale che spinge le retribuzioni verso la soglia di povertà. Introdurre il salario minimo orario è prioritario per fermare questa corsa al ribasso”. La presidente della commissione Lavoro del Senato, Nunzia Catalfo (M5S), non ha dubbi.
Sindacati, Confindustria e Pd sostengono però che il salario minimo rischia di far saltare la contrattazione collettiva…
“Semmai è vero il contrario. Il disegno di legge M5S a mia prima firma punta a rafforzarla. Il problema è un altro e sarà ancora più evidente quando ascolteremo in commissione i rappresentanti del Cnel che illustreranno uno studio realizzato sulle circa 800 forme contrattuali esistenti in Italia”.
E quale sarebbe il problema evidente?
“Il dumping salariale in atto nel nostro Paese che, ormai da anni, spinge verso il basso i livelli retributivi dei lavoratori italiani. Un processo che, combinato alla stagnazione salariale, rende la situazione ancora più complicata. Basti pensare che dal 1999 al 2017 la crescita media annua dei salari è stata dell’1,6%. La più bassa di tutta l’Unione europea”.
Il salario minimo legale, già adottato in 22 Paesi su 28 dell’Unione europea (vedi tabella a pagina 5), può essere una soluzione?
“Non abbiamo la pretesa di arrivare ai livelli di altri Paesi europei, ma di certo si tratta di un intervento quanto mai urgente e necessario per rompere questa corsa al ribasso sui salari. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, ci sono intere aree del Paese in cui il salario medio non supera i 520 euro al mese. Eppure l’articolo 36 della Costituzione parla chiaro, imponendoci di assicurare al lavoratore una retribuzione sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa a se stesso e alla sua famiglia. Questo è l’obiettivo al quale il ddl sul salario minimo punta”.
L’introduzione del salario minimo orario basta per superare l’obiezione di chi sostiene che il Reddito di cittadinanza, 780 euro per un single, è troppo alto rispetto allo stipendio medio di un under 30 che ne guadagna mediamente 830?
“In realtà è un’obiezione infondata: è il salario medio che è troppo basso, in alcuni casi addirittura prossimo al livello di povertà, e non il Reddito di cittadinanza che è troppo alto. Senza contare che, sottopagare un lavoratore, comporta molto spesso un calo della produttività con tutte le conseguenze negative che ne derivano. Anche in questo senso quella sul salario minimo orario rappresenta una misura ineludibile”.
In meno di un anno avete approvato, tra l’altro, il Reddito di cittadinanza e Quota 100 sulle pensioni, eppure i sindacati hanno scioperato contro il Governo. Come se lo spiega?
“Non me lo spiego e non me lo aspettavo. Non ne ho capito le motivazioni e, francamente, mi aspettavo che sul Reddito di cittadinanza, che ha forti implicazioni anche sull’occupazione, e Quota 100 sulle pensioni ci sostenessero. Invece constato che, quando fu approvata la Legge Fornero, scioperarono tre ore. Contro di noi che l’abbiamo riscritta hanno scioperato per un intero giorno”.