Sul Superbonus il caos non è ancora finito. Da una parte ci sono i crediti che non si riescono a cedere. E dall’altra anche il problema delle cessioni avviate ma che non si sa che fine hanno fatto e se sono andate o meno a buon fine.
Al ministero dell’Economia, i tecnici stanno lavorando su un decreto per risolvere i problemi dei lavori rimasti bloccati a causa della mancanza di liquidità. Sciogliendo, inoltre, il nodo dei crediti incagliati. Un provvedimento che, secondo quanto annunciato dopo l’incontro tra il leader M5s Giuseppe Conte e il ministro Giancarlo Giorgetti, dovrebbe arrivare presto. Entro metà agosto, viene fatto sapere in queste ore. Con l’obiettivo di tutelare chi ha già avviato i lavori pensando di poter cedere i crediti.
Superbonus, il pasticcio dei crediti fermi
Ora ci sono più di sette miliardi di crediti ceduti alle banche da mesi, ma per i quali ancora non si sa se la cessione sia stata accettata o meno. La sottosegretaria al Mef, Lucia Albano, rispondendo a un’interrogazione parlamentare ha spiegato che al 10 luglio risultavano in attesa di risposta da parte del cessionario, crediti per un valore di sette miliardi: 4,5 milioni per il Superbonus e il resto per gli altri bonus edilizi.
Queste persone hanno comunicato l’opzione all’Agenzia, ma il cessionario non ha ancora confermato se accetta o rifiuta. E così il cedente non sa se ha a disposizione la liquidità. Per 1,6 miliardi di crediti la risposta è attesa da più di quattro mesi. Si tratta di crediti fermi, ma non incagliati, perché è stato trovato il cessionario.
Il caos sui crediti incagliati
C’è poi l’altro capitolo, quello su cui il Mef dovrebbe intervenire col decreto: parliamo dei crediti incagliati. Quelli per cui non si trova un cessionario: valgono circa 30 miliardi, stando alle ultime stime. Chi non ha ancora trovato il cessionario ha circa tre mesi, dovendo comunicare la cessione entro il 30 novembre.