“I cittadini europei sono stati ingannati dalla Commissione europea”. L’europarlamentare M5S Eleonora Evi, da sempre impegnata sui temi ambientali, va dritta al cuore della questione: la relazione della Corte dei conti europea sul dieselgate (leggi l’articolo) riconosce come quelle di Jean-Claude Juncker siano state solo “lacrime di coccodrillo”. Con la conseguenza che alla fine sono state le aziende automobilistiche tedesche ad essere agevolate, a discapito dei cittadini stessi.
A settembre 2017 Juncker dichiarava: “L’industria dell’auto corregga il tiro. Basta inganni”. Chi ha ingannato chi?
“Senza alcun dubbio sono stati ingannati i cittadini che erano convinti di acquistare auto ‘green’ grazie al bombardamento pubblicitario delle tv e invece si sono ritrovati con mezzi inquinanti. Siamo ormai abituati alle ‘lacrime di coccodrillo’ del presidente Juncker, le ultime sulle devastanti misure di austerità imposte alla Grecia. Il suo monito verso l’industria dell’auto è durato giusto il tempo di un titolo di giornale e poi nei fatti si è rimangiato tutto. D’altronde non è un caso se l’ex Commissario europeo per l’Azione per il Clima nella Commissione Barroso, la danese Connie Hedegaard, oggi lavora per Volkswagen”.
Quali sono le responsabilità della Commissione secondo la relazione dalla Corte Ue?
“La Commissione sperava di mettere una parola fine allo scandalo dieselgate introducendo un nuovo test per misurare le emissioni direttamente su strada invece che in laboratorio. Peccato che si sia inventata dei ‘moltiplicatori’ da applicare alle misurazioni effettuate con il nuovo test che aumentano i limiti addirittura del doppio. Insomma, un imbroglio svelato persino dalla Corte dei Conti europea. Noi lo avevamo denunciato più volte in passato ma la verità, anche se in ritardo, viene sempre a galla”.
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Non c’è il rischio che la soglia di emissione sia stata alzata per favorire le industrie automobilistiche tedesche?
“È così. Volkswagen è stato il primo colosso ad essere smascherato. Ma non erano i soli: la maggioranza dei modelli diesel non rispetta i limiti di legge. Esistono poche eccezioni che utilizzano correttamente le tecnologie di abbattimento delle emissioni ed è pertanto inaccettabile che, per logiche di prezzo e di mercato, si stia mettendo a rischio la salute dei cittadini e ingannando i consumatori”.
Due giorni fa il ministro Tria ha dichiarato che il governo di allora sarebbe stato “ricattato” dalla Germania sul bail-in. L’ennesima prova di quanto per anni siamo stati “sudditi” di un’Europa tedesco-centrica?
“La Germania è indiscutibilmente il paese che “pesa” di più nelle decisioni di questa Europa. E purtroppo fino ad oggi ha avallato politiche scellerate di rigore e austerità. Anche in ambito di politiche ambientali e climatiche, la tanto ‘verde’ Germania ha sempre spinto il freno a mano sulle politiche di riduzione delle emissioni”.
Quello del dieselgate è solo l’ultimo caso di ipocrisia europea. Con la Commissione europea che prevarica il Parlamento, l’unica istituzione eletta dai cittadini. Urge una riforma dell’Unione in questo senso?
“Certamente. Lo diciamo da tempo. Maggiori poteri al Parlamento europeo e ai cittadini, anche grazie ai nuovi strumenti di democrazia diretta. E’ inammissibile che l’unico organo ad avere iniziativa legislativa sia la sola Commissione europea”.
Crede che con le prossime elezioni ci possa essere un cambiamento radicale nelle strutture europee?
“Il vento del cambiamento dall’Italia si sta diffondendo in tutta Europa. I cittadini meritano Istituzioni trasparenti ed efficienti, serietà e competenza. Gli scandali che hanno macchiato questa Commissione, tra conflitti di interesse, porte girevoli, raccomandazioni e sotterfugi, sono insopportabili. Persino il Mediatore europeo lo ha ammesso. Va cambiato registro e noi apriremo questo fortino per restituirlo ai cittadini”.