“È doveroso che ogni rappresentante, sia a livello locale che nazionale, si assuma le responsabilità di propria competenza. Dobbamo darci tutti una mano e ognuno fare il proprio: non possiamo permetterci un secondo lockdown generalizzato”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e volto di prim’ordine del Movimento cinque stelle, Gianluca Castaldi, chiama tutti ai propri ruoli in un momento profondamente delicato come quello che stiamo vivendo. Ma è altrettanto chiaro su u punto: “Non è il momento delle polemiche”.
Bisogna abbassare i toni?
Assolutamente sì. Alzare polemiche in questo periodo sarebbe da irresponsabili.
Eppure i sindaci hanno usato parole durissime contro il governo: avrebbe scaricato responsabilità di chiudere strade o piazze sulle singole amministrazioni…
Questa polemica è assolutamente strumentale. Innanzitutto non possiamo stare al giochino secondo cui prima il governo era accusato di fare tutto da sè non coinvolgendo nessuno e oggi è accusato perché scarica responsabilità. Molto più semplicemente, è normale che Conte non conosca la realtà specifica delle singole città. E poi, dopotutto, se un sindaco si è candidato ed è stato poi eletto, è giusto e doveroso che si prenda le sue responsabilità e decida se e quali strade o piazze chiudere per evitare assembramenti e garantire la salute pubblica. Ma ripeto: non voglio fare polemica. Anzi, ringrazio i sindaci che già si sono dati da fare.
E a quelli che ancora restano critici che dice?
Dico che il governo ha mostrato assoluta apertura al dialogo e al confronto.
Uno dei primi a chiudere alcune zone della “sua” Bari è stato Antonio Decaro, il presidente dell’Anci. Crede l’abbia fatto anche per dare il buon esempio?
Se l’ha fatto ovviamente ci saranno state ragioni oggettive per farlo. Al di là di questo il suo è senz’altro un esempio che speriamo serva anche per quella fetta di primi cittadini che restano critici. Ma guardi: le dico di più.
Cioè?
Non voglio essere ipocrita. Ci sta anche la battutina o la prima iniziale strumentalizzazione. Sta nel gioco politico che un sindaco di centrodestra osteggi una decisione governativa. Poi, però, subentra il ruolo amministrativo e la responsabilità dell’incarico che si ricopre. E in questa fase è fondamentale non cedere alla critica sterile ed evitare di alzare i toni.
Esattamente quanto ha detto anche Serio Mattarella ieri: ognuno faccia la sua parte per combattere e frenare i contagi.
Guardi, il nostro presidente della Repubblica resta un faro: interviene nei momenti opportuni e sempre in maniera adeguata, con profondo garbo istituzionale, ma anche con la decisione che contraddistingue una figura istituzionale del suo calibro. Spero che, a maggior ragione dopo le parole del capo dello Stato, vengano meno tutte le riserve e si giochi tutti dalla stessa parte.
Cioè dalla parte del governo Conte?
Quello che le posso dire è che io, come tutti gli altri membri dell’esecutivo, sono uscito ora da una call e adesso rientro in un’altra. Stiamo lavorando h24 tutti, ognuno per le sue competenze. E il primo è proprio Giuseppe Conte. Ecco, crediamo che l’operato del presidente del Consiglio debba essere da esempio per tutti: Conte si è sempre assunto le sue responsabilità e non si è mai tirato indietro. È fondamentale che anche i sindaci, a livello locale, facciano lo stesso.
E per quanto riguarda le Regioni, invece? Non teme che ora i governatori tornino a muoversi come schegge impazzite chiedendo un coprifuoco un giorno sì e l’altro pure?
È possibile. L’importante è che ovviamente non avvenga per il capriccio di un singolo, ma per concrete e oggettive esigenze territoriali. Per ora c’è un dialogo costruttivo tra governo e amministrazioni regionali. Bisogna continuare su questa strada. Non possiamo permetterci un secondo lockdown generalizzato.