Con una votazione avvenuta in piena notte e tra le feroci proteste delle opposizioni, la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il ddl intercettazioni, che fissa un tetto massimo di 45 giorni per le captazioni. Un limite temporale molto ristretto, contestato da mesi dalla magistratura, che può essere superato solo in specifici casi previsti dalla legge stessa. Il provvedimento è stato approvato con 147 voti favorevoli, 67 contrari e un astenuto.
Stretta sulle intercettazioni, la Camera di notte approva il provvedimento che limita a 45 giorni il tempo per effettuare le captazioni
Contro il provvedimento ha votato compatto il Movimento 5 Stelle, che si è posto in prima linea nel contestare il ddl intercettazioni. “Ci sono tanti reati gravi che, senza intercettazioni, non possono essere individuati e puniti. Quarantacinque giorni sono un periodo del tutto insufficiente. Chi propone questa norma lo sa e non ritiene importante portare avanti le indagini”, ha dichiarato in Aula il deputato M5S Federico Cafiero De Raho.
Lo stesso ha poi ulteriormente precisato le proprie parole, affermando: “Si pensi a un omicidio in cui non si trovano le prove nelle prime 48 ore: a quel punto serve una pluralità di intercettazioni per rintracciare i responsabili e comprendere il contesto in cui è maturato il crimine. A questo scopo, 45 giorni non bastano affatto. Il governo Meloni sta scegliendo di concedere un’immunità ai delinquenti. Quello che si sta consumando in quest’Aula è gravissimo”.
Lapidario, invece, il commento del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che, commentando l’approvazione del testo, ha affermato: “Con questa decisione si chiude il cerchio iniziato con l’abolizione dell’abuso d’ufficio. I cittadini non avranno tutela contro abusi e sopraffazioni”.