Il boss Matteo Messina Denaro ha rinunciato a essere presente in videoconferenza dal carcere de L’Aquila, dove si trova detenuto da lunedì scorso, con l’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta dove si sta svolgendo il processo, davanti la Corte d’Assise d’Appello, in cui è imputato come mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio del 1992.
Questa mattina Messina Denaro doveva deporre al processo che lo vede imputato come mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio
Messina Denaro ha formalizzato la nomina del suo legale, che è anche la nipote, l’avvocato Lorenza Guttadauro, ma ha rinunciato a presenziare all’udienza che era in programma questa mattina. Il suo legate, anch’essa assente, è stata sostituita dall’avvocato d’ufficio Salvatore Baglio che ha chiesto la concessione di un termine a difesa rappresentando che la notifica dell’ordinanza cautelare all’imputato e la contestuale nomina dell’avvocato di fiducia è. avvenuta oggi. L’udienza è stata quindi rinviata al 9 marzo.
“Questa rinuncia non è il caso di interpretarla, avendo nominato il difensore di fiducia. Sapeva benissimo che il nuovo avvocato avrebbe chiesto un rinvio per prendere visione del corposo carteggio processuale” ha detto il procuratore generale di Caltanissetta, Antonino Patti al termine dell’udienza commentando l’assenza di Messina Denaro.
Il pg Patti: “Spero possa dare il suo contributo nella ricostruzione della verità”
“Matteo Messina Denaro – ha detto ancora il pg – aveva un rapporto con Riina assolutamente superiore agli altri. Non è soltanto uno dei mandanti, ma un capo che ha messo mano al progetto con la missione romana precedente a Capaci. Riina nel carcere di Opera disse di aver eletto Messina Denaro come suo successore, l’aveva preso sotto la sua ala protettiva. Il mio auspicio, del tutto teorico, è che anche in questo processo possa dare il suo contributo nella ricostruzione della verità”.