Come in un film dell’horror, sembra non esserci pace per la Lombardia dove, ormai da un anno, si susseguono senza sosta sia le polemiche che le indagini. A far rumore questa volta è l’ultimo sviluppo dell’inchiesta sul Pio Albergo Trivulzio che emerge dalla consulenza chiesta dalla Procura di Milano, guidata dal procuratore Francesco Greco (nella foto), per chiarire cosa non ha funzionato nella residenza sanitaria assistenziale dove, nel pieno della prima ondata del coronavirus, c’è stata una vera e propria strage di anziani.
Più che una catena di sfortunati errori, quella descritta dagli esperti, assomiglia a una tragedia preannunciata tanto che negli atti si punta il dito sia contro la struttura che contro la Regione Lombardia attraverso l’Ats. Sostanzialmente i tecnici ritengono che c’è stata grande “confusione” nell’impartire le direttive al personale e nell’utilizzare le poche mascherine, camici e le altre esigue risorse disponibili. Cosa ancor più grave vengono segnalate gravi carenze nella gestione del Trivulzio da parte di una governance definita “incapace” di far fonte all’emergenza Covid-19.
Nel testo gli esperti evidenziano anche mancate diagnosi a pazienti, ospiti e personale, con quest’ultimi che venivano fatti rientrare dalla “malattia” senza neanche l’obbligo di eseguire tamponi. Una serie di errori, almeno secondo la ricostruzione della Procura meneghina, che hanno permesso al virus di dilagare all’interno della rsa, fino a contagiare “la quasi totalità” dei pazienti e molti dipendenti. Così, da gennaio ad aprile del 2020, nella struttura la mortalità sarebbe stata superiore del 40% rispetto agli anni passati e che sui circa 300 decessi registrati, almeno 100 sono sicuramente collegati alla pandemia.
Questo lo spaventoso quadro che emerge dalla consulenza che ha preso in esame 400 cartelle cliniche di ospiti del Trivulzio che si sono ammalati gravemente o che sono deceduti durante la prima ondata. Fatti per i quali il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Mauro Clerici e Francesco De Tommasi indagano per omicidio colposo, epidemia colposa e violazione delle regole sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in un fascicolo in cui figura già il dg del Trivulzio, Giuseppe Calicchio, oltre alla rsa stessa per la quale è stata ipotizzata la violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.