Suo padre, Cosimo, era morto in un incidente sul lavoro nel 2015 dopo una caduta da un albero, mentre stava potando una pianta. Lui, Vincenzo Valente, 46 anni, ha invece perso la vita venerdì notte, mentre, per conto di una ditta esterna, stava lavorando alla manutenzione di un nastro trasportatore dello zuccherificio a Brindisi.
Due generazioni stroncate dallo stesso “male”, il lavoro. Una doppia tragedia familiare e sociale che forse rappresenta la dimostrazione più evidente del fatto che non solo di lavoro si moriva prima, ma si continua a morire anche oggi, senza che nulla cambi. Secondo l’Inail, le denunce di morti sul lavoro, presentate solo nel primo trimestre 2024, sono state 191.
Tranciato dal nastro trasportatore
La dinamica dell’incidente che ha ucciso Vincenzo è ancora in via di accertamento, per adesso si sa che il nastro trasportatore gli ha amputato un braccio e che il 46ene è morto a causa della grave emorragia. A dare l’allarme sono stati i colleghi, ma all’arrivo dei soccorsi per Vincenzo non c’era più nulla da fare.
Stroncato da un infarto nello stabilimento Stellantis
Nello stabilimento Stellantis Europe di Atessa, ex Sevel di Lanciano, invece, a morire, stroncato da un infarto è stato il 56enne Massimo Di Florio, che si è improvvisamente accasciato su un carrello che stava spingendo. Anche per lui ogni tentativo di rianimazione è stato inutile. La procura di Lanciano ha già restituito la salma ai familiari per le esequie. A seguito dell’accaduto il restante turno di lavoro è stato annullato in comune accordo tra l’azienda e la Rsa di Fim, Uilm e Fismic nei reparti Montaggi e Logistica.
“Bisogna applicare la Legge 81 sulla sicurezza sul lavoro”
“Un’altra vittima. Un altro lavoratore in appalto che perde la vita fatto a pezzi da una macchina. Un’altra indagine per appurare dinamica e responsabilità”, commenta amaro Andrea Gambillara, segretario nazionale Flai Cgil, “Per fermare questa strage va agita la prevenzione e va applicata la legge 81 sulla sicurezza sul lavoro, anche dove consente ai lavoratori di rifiutarsi di mettere in pericolo la propria vita, senza per questo essere punibili”.
La Cgil: “Le tragedie hanno una responsabilità politica chiarissima”
“Siamo stati come Flai proprio nei giorni scorsi ad un incontro pubblico con tutte le istituzioni in Puglia, quello che sta accadendo nei luoghi di lavoro è una vera e propria tragedia che ha responsabilità precise”, aggiunge Silvia Spera, segretaria nazionale Flai Cgil responsabile Salute e sicurezza. “I datori di lavoro non ritengono necessario investire sulla sicurezza e la vita dei lavoratori e lavoratrici, che vale meno di qualsiasi altra cosa. Ci sono responsabilità politiche precise, aver depotenziato in maniera sistematica tutti i sistemi di controllo pubblici e di prevenzione ha lasciato mano libera al libero mercato e alla competizione al ribasso dove la vita umana vale meno di zero”.
“Abbiamo una legislazione tra le migliori in Europa completamente disapplicata, avevamo una struttura pubblica di medicina del lavoro tra le più prestigiose d’Europa e si è lasciata morire tutto per favorire la competitività delle imprese sulla pelle di chi lavora per vivere. Una vergogna che ci riguarda tutti e ci chiama ad assumerci responsabilità e a reagire e lottare perché’ questa situazione inaccettabile cambi radicalmente”, conclude Spera.